5 ottobre 2011

di Bianca Stancanelli
casa editrice: Marsilio
anno di pubblicazione: 2011
collana: Gli specchi
pagine: 352
prezzo: 19,00 euro

Ci sono le ladre rinchiuse nel carcere romano di Rebibbia e le bambine mandate a mendicare, ma anche la giovane regista di Torino superpremiata per il film in cui racconta la storia della sua famiglia e la sua passione per Woody Allen, l'artista che ha scolpito il monumento in onore del Porrajmos, l'Olocausto rom, l'ex maestro che rifiutò di insegnare nelle classi speciali per i rom e che, alla guida di un'associazione, si batte per tirar fuori la sua gente dal degrado dei campi nomadi, il ragazzino di origine slava che a scuola è tra i primi della classe e da grande vuole fare il soldato, i rumeni sgomberati dalle baraccopoli abusive di Milano che oggi vivono in dignitosi appartamenti. È un caleidoscopio di storie che riunisce italiani, slavi, rumeni nel ritratto sorprendente di un popolo apparso in Italia nel 1422, ma ancora oggi considerato sempre e solo straniero.
Rimprovera all'autrice la fragile Ermina: «Ci giudicate senza averci conosciuto». Il viaggio che questo libro propone è un viaggio di conoscenza, un utile antidoto contro l'assedio dei luoghi comuni, a cominciare dal primo, il più diffuso, che gli zingari siano nomadi.

 

Bianca Stancanelli è giornalista e scrittrice. Inviato speciale del settimanale Panorama, ha pubblicato due volumi di racconti: "Cruderie" (Marsilio, 1996), "Morte di un servo" (Marsilio, 2000) e "A testa alta" (Einaudi, 2003), storia del parroco siciliano don Pino Puglisi ucciso dalla mafia, premiato con l’Aquila d’oro al Premio Estense 2003.