15 novembre 2010
di Francesco Mazzucchelli
casa editrice: Bononia University Press
anno di pubblicazione: 2010
collana: Temi Semiotici
pagine: 343
prezzo: 23,00 euro
Nelle guerre moderne la città è divenuta uno degli obiettivi e delle vittime principali. Per riprendere l’efficace espressione di Paul Virilio, la strategia delle nuove guerre è oggi, essenzialmente, una “strategia anti-città”. Lo spazio urbano è diventato bersaglio non solo per motivi strategici, ma soprattutto per i significati che incarna: valori identitari, sociali e culturali.
Per questi motivi, spesso, le tracce lasciate dagli eventi bellici nei tessuti urbani si caricano di forti valenze simboliche e la fase della ricostruzione diventa un momento di riscrittura del paesaggio della memoria della città.
I progetti e gli interventi di restauro/ricostruzione/demolizione dei dopoguerra sono, in questa prospettiva, espressione di narrazioni collettive che stabiliscono un rapporto ogni volta diverso tra la città, l’evento bellico e la sua memoria.
Il tema delle trasformazioni urbane belliche e postbelliche viene affrontato qui attraverso l’analisi in profondità di tre città protagoniste delle guerre balcaniche degli anni ’90: Belgrado, Sarajevo e Mostar. Queste città vengono osservate con la lente del metodo semiotico che ne mette in luce le diverse riconfigurazioni dei sensi dei luoghi, tra politiche del costruire e pratiche dell’abitare.
Francesco Mazzucchelli ha conseguito il Dottorato in Semiotica a Bologna sotto la guida di Paolo Fabbri e Patrizia Violi. Svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Discipline della Comunicazione dell’Università di Bologna. I suoi principali interessi riguardano la semiotica urbana, gli studi su memoria e identità, l’analisi del discorso politico e le teorie del conflitto.