Con una maxi retata, scattata nella mattinata di ieri la polizia del Kosovo ha arrestato 40 persone sospettate di legami con organizzazioni estremiste islamiche attive nei conflitti in Iraq e Siria, come l'ISIL e al-Nusra. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [11 agosto 2014]
Quaranta arresti, sessanta perquisizioni, sequestro di armi, munizioni ed esplosivi. Questi i risultati della grande operazione anti-terrorismo lanciata dalla polizia del Kosovo.
L'operazione, partita dopo indagini durate svariati mesi, è la più ampia mai effettuata nel paese contro sospette cellule del movimento radicale islamico. Secondo gli inquirenti, le persone fermate hanno combattuto con, o comuque supportato, organizzazioni jihadiste attualmente attive in Siria e Iraq.
Si tratta soprattutto di al-Nusra e dell'ISIL - lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante - resosi tristemente noto in questi mesi per i crimini commessi in Iraq e che ha l'obiettivo dichiarato di creare un califfato islamico in Medio oriente.
Le autorità di Pristina sono da tempo in allerta a causa del flusso di combattenti kosovari verso Siria e Iraq. Un fenomeno difficile da quantificare: fino ad oggi sarebbero almeno 16 i jihadisti provenienti dal Kosovo morti in combattimento in Medio oriente.
Il governo kosovaro ha salutato l'operazione di polizia, sottolineando la pericolosità di organizzazioni terroristiche radicali per la sicurezza del Kosovo. Per la presidente Atifete Jahjaga, il Kosovo è capace di reagisce con decisione e non si trasformerà in un porto sicuro per l'estremismo religioso.
C'è chi però non nasconde preoccupazione per la capacità di organizzazioni radicali di fare proselitismo in Kosovo. Tra le strutture perquisite dalla polizia, anche alcune moschee improvvisate che, secondo gli inquirenti, venivano utilizzate come centri di reclutamento per aspiranti jihadisti kosovari.
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