Hashim Thaçi, ha annunciato ieri la decisione di dare vita ad un vero e proprio esercito del Kosovo entro il 2019. Allarmata Belgrado, che ha chiesto che le forze armate di Pristina non possano accedere al Kosovo settentrionale, regione a maggioranza serba. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [ 5 marzo 2014]
Cinquemila militari attivi e tremila riservisti, con a disposizione un budget di circa 65 milioni di euro l'anno. Questo in cifre, il nuovo esercito del Kosovo che, entro il 2019, dovrebbe gradualmente prendere il posto delle attuali “forze di sicurezza” di Pristina.
L'annuncio della nascita di vere e proprie forze armate kosovare è stato dato ieri dal premier Hashim Thaçi. Una decisione a lungo attesa che ora, per diventare pienamente operativa, attende la ratifica del parlamento di Pristina, che dovrebbe arrivare entro la fine di marzo.
Per il Kosovo la formazione di un esercito rappresenta un nuovo importante passo in avanti nel consolidamento della propria indipendenza da Belgrado, dichiarata poco più di sei anni fa e oggi riconosciuta da più di cento paesi. Per creare le proprie forze armate il governo kosovaro procederà alla riorganizzazione e ampliamento delle attuali “forze di sicurezza”: un corpo con compiti di protezione civile e risposta a situazioni di crisi che conta circa 2500 uomini. Parallelamente verrà creato un ministero della Difesa, mentre ancora non è chiaro di che tipo di armamento verrà dotato il nuovo esercito.
Come prevedibile, l'annuncio di Thaçi ha subito provocato reazioni preoccupate a Belgrado. Il premier serbo Ivica Dačić ha dichiarato che la creazione di un esercito del Kosovo non rientra nella cornice degli accordi di normalizzazione dei rapporti firmato lo scorso aprile tra Pristina e Belgrado. Per Dačić, è quindi indispensabile che la NATO, ancora presente in Kosovo con più di cinquemila militari, garantisca che le future forze armate di Pristina non abbiano accesso al Kosovo del nord, area a larghissima maggioranza serba.
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