A meno di un mese dalla conferenza ONU sui cambiamenti climatici a Baku, il tempo stringe per un accordo di pace tra Armenia e Azerbaijan. Molti rimangono scettici, ma la pressione internazionale, in particolare da parte degli Stati Uniti, continua
A un anno dall’inizio della guerra a Gaza, una parte della società civile in Grecia continua a manifestare la propria vicinanza al popolo palestinese. Sindacati, collettivi, movimenti di sinistra e tanti altri non si arrendono, nonostante i numeri limitati e la repressione
Nel cuore del Medio Oriente, un sincrotrone unico favorisce il dialogo tra paesi in conflitto, riunendo scienziati da Turchia, Cipro, Israele e Iran. Un esempio di diplomazia scientifica nato per superare le barriere politiche e costruire ponti tra nazioni
Lo scorso agosto, il One Caucasus Festival ha unito Armenia, Azerbaijan e Georgia attraverso musica e cultura, ma anche educazione e progetti partecipativi. Un esempio di come le comunità possono costruire insieme un futuro di pace
Come è stata perpetrata una guerra, con la narrazione nazionalista e la costruzione del nemico? Ed oggi, il flusso migratorio può riaccendere un nuovo conflitto? Domande che si pongono gli organizzatori della Carovana Abriendo Fronteras e Carovane Migranti che dalla Spagna, attraverso l’Italia, arriveranno a Bihać
l’11 e 12 luglio, un centinaio di attivisti e attiviste di tutta Italia saranno di nuovo a Kyiv per proseguire il lavoro e chiedere con forza al governo italiano e alle istituzioni europee di dare finalmente forma ai Corpi Civili di Pace, nell'ambito dell'undicesima missione del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta
Il 3 luglio 1995 moriva Alex Langer, politico sudtirolese e parlamentare europeo che negli anni '90 si era impegnato nella ricerca di soluzioni pacifiche ai conflitti in corso nei Balcani. A quasi trent'anni dalla sua morte, esce un libro a più mani, "Lo sguardo di Alex sulla pace. Rileggere Alexander Langer da Sarajevo a Kyiv"
A oltre trent'anni dall'assedio Vukovar appare come una bella città di provincia, con quasi tutti gli edifici del centro ristrutturati, compresa la torre simbolo della città, oggi un museo. Le divisioni però rimangono e in molti hanno ormai abbandonato la città
A seguito della storica decisione di Yerevan e Baku di delimitare parte del confine tra Armenia e Azerbaijan, gli sforzi verso un accordo per normalizzare le relazioni proseguono nonostante le proteste anti-Pashinyan
La Slovenia, che ha ereditato dalla Jugoslavia una particolare sensibilità verso il Medio Oriente, ha annunciato l'intenzione di riconoscere la Palestina. L'annuncio, però, fa i conti con un dibattito interno acceso ed una lunga storia di promesse non mantenute
Il conferimento a Trieste della laurea "honoris causa" ai due presidenti di Slovenia e Italia, Borut Pahor e Sergio Mattarella, ha visto una cerimonia tutta improntata al superamento del passato ed alla cooperazione biltaterale. Sui due lati del confine restano però incomprensioni e sospetti
Armenia e Azerbaijan hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che ha sorpreso anche i commentatori più esperti. Anche se non è chiaro se questa possa essere la tanto attesa svolta nei negoziati, la comunità internazionale è stata unanime nell’accogliere favorevolmente l’iniziativa
Nei giorni scorsi la Georgia ha ospitato di nuovo il Tbilisi Silk Road Forum, un evento con taglio economico. Quest'anno per la prima volta un leader armeno ha parlato ad un evento di così alto livello a Tbilisi, e sullo stesso palco si sono trovati i premier di tutti e tre i paesi del Caucaso meridionale
Il rapporto particolare che Parigi ha con l'Armenia, per via della diaspora armena che vive in Francia, è sempre stato percepito da Baku come troppo di parte. L'Azerbaijan ritiene quindi la Francia un mediatore poco credibile nel processo di pace dopo la guerra del Karabakh
Ricorrono oggi i trent'anni dalla morte di Moreno Locatelli, pacifista e volontario dei “Beati Costruttori di Pace”, ucciso da un cecchino il 3 ottobre 1993 sul ponte Vrbanja a Sarajevo. Un ricordo di quel periodo nel contesto della commemorazione odierna
Dopo l'accordo di cessate il fuoco del 20 settembre scorso tra l'Azerbaijan e le autorità de facto del Nagorno Karabakh, ora il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev dovrebbero incontrarsi per colloqui che coinvolgeranno anche Francia, Germania e Consiglio europeo
L’Albania ha assunto la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza lo scorso 20 settembre. La seduta presso il Palazzo di Vetro dell'ONU è stata dedicata al mantenimento della pace e della sicurezza in Ucraina.
Sono passati oltre trent'anni dal conflitto georgiano-osseto. Le relazioni tra le due popolazioni, deteriorate da quegli eventi, si ricostruiscono oggi attraverso le nuove generazioni per superare confini e identità
Nikola aveva pochi mesi quando nell’agosto del 1995 la sua famiglia, insieme con le altre 200mila persone di nazionalità serba, lasciò in fretta e furia la Croazia. Dopo aver vissuto in Serbia per quindici anni è tornato in Croazia dove ha fatto gli studi superiori e dove tutt’ora vive e lavora. Lo abbiamo incontrato
Nei giorni scorsi si è tenuto un nuovo round di colloqui a Bruxelles tra il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev con la mediazione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che Armenia e Azerbaijan hanno compiuto ulteriori progressi verso un accordo di pace nei tre giorni di colloqui ospitati a fine giugno dagli Stati uniti, tuttavia non cessano le tensioni nel territorio conteso del Nagorno Karabakh
Il prossimo 11 luglio, come ogni anno, verranno tumulati a Srebrenica i resti delle persone scomparse nel genocidio del 1995, riconosciuti attraverso l’analisi del DNA nell’ultimo anno. Mentre a Nezuk si prepara in direzione di Srebrenica la partenza, prevista per l’8 luglio, della “Marš mira” (Marcia per la pace).
Quali ricadute nei Balcani occidentali dopo l’invasione russa dell’Ucraina? Quali scenari per il futuro di Serbia e Bosnia Erzegovina? Ne hanno discusso in un webinar – organizzato da OBCT e CeSPI - analisti, attivisti ed esperti d’area
Una serie ravvicinata di colloqui e incontri a cui hanno partecipato Nikol Pashinyan, primo ministro dell'Armenia e Ilham Aliyev, presidente dell'Azerbaijan. Al centro degli incontri avvenuti in varie sedi, da Mosca a Chişinău e persino ad Ankara, il raggiungimento della normalizzazione delle relazioni tra Yerevan e Baku
Il 29 maggio di trent'anni fa Agostino Zanotti era parte del gruppo di volontari pacifisti partiti da Brescia con un convoglio di aiuti umanitari verso Zavidovići in Bosnia centrale. Vennero assaliti da una banda militare nei pressi di Gornji Vakuf. Tre di loro, Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni, vennero uccisi, Agostino Zanotti e Christian Penocchio si salvarono scappando nei boschi. L'eccidio non ha però fermato la volontà di proseguire senza interruzioni la cooperazione tra i due territori italiano e bosniaco, come dimostra il prossimo viaggio ufficiale.
Sembra una domanda del tutto retorica, eppure in Bosnia Erzegovina una domanda del genere può essere tremendamente seria e complicata. A maggior ragione se una delle due entità che compongono il paese decide di disporre di alcune proprietà dello stato
Domenica 14 maggio, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev si sono incontrati a Bruxelles per un nuovo round di colloqui mediati dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ancora molti i punti irrisolti ma compare qualche piccolo progresso
Gli Stati Uniti hanno ospitato, dall'1 al 4 maggio scorsi, un incontro di colloqui tra il ministro degli Esteri armeno e il suo omologo azero. Pochi i dettagli dell'incontro: qualche progresso c'è stato ma permangono i punti di disaccordo su alcune questioni chiave
La Fondazione Alexander Langer Stiftung invita a presentare le candidature per il premio annuale dedicato a sostenere e valorizzare gruppi e singole persone che contribuiscono con la loro opera a mantenere viva l’eredità del pensiero di Alexander Langer e a proseguire il suo impegno civile, culturale e politico
"La sicurezza della Moldavia non può prescindere da un dibattito pubblico il più possibile trasparente e inclusivo". Alexandru Flenchea, esperto nella gestione dei conflitti, è a capo della delegazione moldava nella Commissione di Controllo Unificata, piattaforma che dal 1992 si occupa di negoziare e mantenere i termini del cessate il fuoco al confine con la repubblica separatista di Tiraspol. Lo abbiamo incontrato