In bici da Roma a Bruxelles ripercorrendo le tappe principali dell'integrazione europea e raccontando, tappa dopo tappa, progetti e iniziative attraverso cui l'Unione europea ha fatto la differenza. Preludio di un viaggio europeista
I Trattati di Roma sono stati firmati 60 anni fa in un clima di grande speranza e apertura. Tutt’altra atmosfera si respirava l’anno scorso all’indomani della Brexit, quando i cittadini del Regno Unito votarono a favore dell’uscita dall’Unione europea. Sembrava l’inizio della fine, il tramonto del grande progetto europeo. Sembrava andare di moda trovarle tutti i difetti, attribuirle tutte le colpe di ciò che è andato male negli ultimi anni.
In quel frangente pensavo ai Paesi nella condizione di pre-adesione, collocati nella paradossale situazione di attendere l’ingresso in un’organizzazione da cui molti proclamavano di voler uscire, in cui pochi sembravano avere ancora fiducia. Pensavo alle ragioni per cui invece l’Europa rappresenta un orizzonte importante per i Paesi dell’ex Jugoslavia, che potrebbero ricevere stimoli e risorse per superare le impasse delle transizioni ancora incompiute dopo le guerre di secessione. E dopotutto anche per noi, per gli Stati membri fin dall’inizio. Le ragioni profonde dell’Unione europea sono ideali di pace, cooperazione, prosperità tramite la collaborazione; e poi giustizia, democrazia, equità e pari opportunità.
In un mondo difficile e complesso io scelgo di schierarmi dalla parte di questi ideali, scelgo di credere che “unità nella diversità” è un orizzonte di speranza e non una chimera pericolosa. E ho scelto di credere che non siamo impotenti davanti a quello che accade nel mondo; quello che succede, nel bene e nel male, è sempre a ragione di qualcuno che porta avanti le sue idee. Allora anche io scelgo di portare avanti le mie, e lo faccio per mezzo del mio mezzo preferito che è la bicicletta.
Ho deciso di ripercorrere le tappe più significative del viaggio dell’Unione europea partendo dal principio, dal luogo in cui furono firmati quei Trattati nel 1957, a Roma, e arrivando alla città cuore delle istituzioni europee, Bruxelles. In questo viaggio ripercorrerò le tappe dell’integrazione e i suoi elementi chiave, visitando le città che hanno ospitato la firma di altri importanti trattati, come Maastricht e Amsterdam, e le città e i luoghi che incarnano i valori chiave dell’Unione Europea. Attraverserò il passo del Brennero, simbolo delle frontiere tra Stati che sono state fatte cadere. Raggiungerò Strasburgo, città sul confine franco-tedesco, porta delle regioni produttive che per secoli furono oggetto di contesa tra le grandi potenze europee, e che oggi ospita il Parlamento Europeo, simbolo della democrazia e della cittadinanza europea.
Andrò nella cittadina di Schengen, nella valle della Mosella, al crocevia tra Francia, Germania e Lussemburgo, che ha dato il nome all’acquis sullo spazio di libera circolazione nell’Unione europea a ragione degli accordi iniziati lì nel 1985. A Lussemburgo capitale cercherò gli elementi più rilevanti per i valori europei che siano stati espressi da sentenze della Corte di Giustizia Europea, che ha lì la sua sede principale. Oltre ai grandi eventi, agli accordi e alle istituzioni, andrò cercando dove e come l’Europa si sia fatta vicina ai cittadini, abbia costruito qualcosa di buono, abbia portato un valore aggiunto nella vita delle persone, delle comunità, dei territori. Abbia indicato dei modelli di economia circolare e sviluppo sostenibile, abbia richiesto un’attenzione in più sui temi della giustizia sociale e delle pari opportunità. Andrò a cercare anche le promesse ancora da realizzare su un’Europa giusta per tutti, accogliente e inclusiva.
Tutto questo lo vado a cercare in bicicletta per significare che la storia cammina sulle gambe delle persone, e che ciascuno si deve fare carico di un pezzetto di strada. Per ricordare che ogni destinazione si raggiunge metro per metro, pedalata dopo pedalata. Lo vado a cercare in bicicletta perché è il mezzo leggero che apre le porte agli incontri, al contatto personale, all’esperienza sensoriale. Le vado a cercare in bicicletta perché è il veicolo simbolico per eccellenza, su cui la persona è al contempo motore e passeggero. È il mezzo su cui il tempo è vita e non segmento da misurare e far passare per arrivare a destinazione, è il monumento all’ingegno creativo e sostenibile, alla condivisione più che all’accaparramento. È lo strumento che nella mia vita fa la differenza, che ha creato occasioni, incontri, amicizie, idee, esperienze. La bicicletta ha trasformato la mia concezione dello spazio e del tempo, mi ha fatto sentire “vicino” qualunque luogo raggiunto sulle sue ruote.
Voglio condividere questa trasformazione di percezione, tessere sul suo rocchetto una trama di prossimità tra gli Stati fondatori dell’Unione europea e farne il contenitore delle storie di chi crede nell’Europa e spera di vederla più unita, più coesa, giusta e accogliente.
Tappa dopo tappa
Dal 19 giugno, giorno della partenza da Roma, al 6 luglio, giorno previsto per l'arrivo a Bruxelles, si può seguire il viaggio sul sito del progetto con i racconti per ogni tappa. Qui invece l'itinerario di viaggio.