Le importazioni del paese continuano a crescere mentre ristagnano sia le esportazioni che il consumo interno di prodotti nazionali. Sotto accusa il governo e le politiche degli istituti di credito, in maggioranza di proprietà di gruppi stranieri
Il debito estero della Croazia ha raggiunto i 19 miliardi di dollari, somma che equivale all'indebitamento della intera ex Yugoslavia al momento del crollo. Questa cifra preoccupante, che pone seri dubbi sulla possibilità del paese di riuscire a pagare i propri debiti, fa risuonare una campanella di allarme non solo presso la Banca Nazionale Croata, ma anche nel Governo, i cui ministri stanno rientrando dalle vacanze.
Alla fine della scorsa settimana, il primo ministro Ivica Racan ha incontrato il governatore della Banca Nazionale Croata Zeljko Rohatinski e i rappresentanti del Ministero delle Finanze. Il primo ministro sta cercando di calmare il pubblico affermando che non ci sono motivi per ritenere che il debito sia cresciuto al punto che la possibilità del paese di pagarlo venga messa in questione.
Racan respinge le critiche della opposizione che imputano al governo in carica la responsabilità dell'ammontare del debito. L'opposizione ritiene che il governo si sia incautamente indebitato all'estero per la carenza di fondi statali. Il primo ministro replica, tuttavia, che sono le banche le responsabili per l'enorme debito, e che la parte del governo corrisponda solamente al 38% della cifra totale del debito, corrispondente a 7,3 miliardi di dollari.
Anche alcuni economisti indipendenti, come Drazen Kalodjera, ritengono che le banche siano le più responsabili nella crescita del debito estero della Croazia. La maggior parte delle più importanti banche croate sono di proprietà di stranieri, e queste istituzioni avrebbero preso in prestito grandi quantità di denaro dall'estero per offrire credito al pubblico croato per l'acquisto di automobili di importazione e altri beni. Le banche hanno così realizzato indici significativi di profitto, dal momento che i tassi di interesse in Croazia sono ancora significativamente più alti che non nei paesi che hanno offerto i crediti.
Altri economisti ritengono invece che la ragione principale per il debito del paese risieda nelle importazioni, che sono fuori controllo. Il livello attuale di import soffoca la produzione nazionale e il potenziale della Croazia nei confronti dell'esportazione. Gli economisti ritengono che il problema abbia due aspetti: da un lato il valore irrealisticamente alto della moneta nazionale, la kuna, che rende convenienti le importazioni e penalizza l'export; d'altro canto la Croazia importa beni di scarsissima qualità, il cui prezzo è significativamente più basso di quello dei prodotti simili dell'industria nazionale. Dal momento che la popolazione croata non ha un alto potere d'acquisto, la gente compra i beni che costano meno.
Il governo ha annunciato una serie di leggi che dovrebbero definire il livello di qualità più basso accettabile per i prodotti importati, e per stimolare le esportazioni. Gli esperti del settore ritengono che tali misure risolverebbero solo una piccola parte del problema, senza produrre grossi risultati. Secondo queste voci, la kuna dovrebbe essere svalutata del 30 o 40%, il che ridurrebbe della stessa percentuale i prezzi dell'export croato e innalzerebbe parallelamente quelli dei beni importati. Queste due misure combinate potrebbero fare la differenza. Gli economisti citano al proposito la Slovenia e l'Ungheria come i due paesi in transizione di maggior successo le cui monete nazionali sono in costante svalutazione in relazione all'euro.
Tuttavia, la svalutazione della kuna avrebbe anche pesanti conseguenze su centinaia di migliaia di Croati. Il debito estero del paese crescerebbe infatti dall'attuale 68% al 105% del prodotto interno lordo, e molti troverebbero impossibile riuscire a pagare i propri debiti. Non è solo il paese a essere indebitato infatti, lo sono anche i cittadini, che avrebbero delle grosse difficoltà a pagare i propri debiti in euro.
L'enorme debito estero diventerà certamente una delle questioni centrali nelle dispute tra i partiti in questo periodo pre-elettorale. Non è escluso che proprio il debito croato possa divenire il più importante tema di campagna elettorale, che potrebbe anche influenzare il risultato delle prossime elezioni.
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