La Central European Initiative (CEI) e la South East Europe Media Organisation (SEEMO) hanno nominato Drago Hedl, nostro corrispondente da Osijek, e redattore del settimanale croato "Feral Tribune", come il miglior giornalista investigativo dell'anno
Una giuria internazionale - composta da Norbert Mappes Niediek (Austria), Zlatko Dizdarevic (Bosnia-Erzegovina), Carlo Muscatello (Italia), Jacek Pawlicki (Polonia) e Paul Radu (Romania) - con Hari Stajner (Serbia), ex presidente del CEI Working Group on Information and Media, insieme con Oliver Vujovic (SEEMO) - ha esaminato le 23 candidature di 10 stati membri del CEI. La giuria si è incontrata a Trieste presso la sede della CEI, ed è stata presieduta dall'ambasciatore Herald Kreid, Segretario generale della CEI-ES.
I giurati hanno deciso all'unanimità di assegnare il premio al candidato di Osservatorio sui Balcani Drago Hedl. Il premio verrà consegnato in occasione del "CEI Forum for Journalists" che si terrà a Wroclaw, in Polonia, il 2 e 3 giugno prossimi.
"Ci sono parecchi paesi che concorrono a questo premio, e i candidati sono tutti giornalisti di ottimo livello. Non pensavo che sarei stato proprio io il vincitore, anche se non nascondo di averci creduto fino in fondo", ha precisato Drago al telefono.
La decisione della giuria è stata fondata sull'integrità morale e il coraggio dimostrato da Drago Hedl nelle sue inchieste sui crimini di guerra commessi contro i civili nella città di Osijek nel 1991. Secondo quanto comunicato dalla giuria, "scrivere sui crimini di guerra non è solo qualcosa che fa diventare famoso un giornalista. La gente non è ben disposta a guardare in faccia il lato oscuro della guerra, e spesso giudica chi scrive di queste cose come un traditore. Con questa immagine impopolare Drago Hedl deve continuare a vivere in Croazia".
Ricordiamo che Drago è stato più volte minacciato di morte e che ha trascorso giornate intere in tribunale per difendersi dagli attacchi delle persone che ha denunciato nei suoi articoli. Il suo lavoro è stato fondamentale non solo per la ricostruzione dei conflitti recenti della ex Jugoslavia, ma soprattutto per la presa di coscienza da parte delle diverse opinioni pubbliche dei crimini commessi dai "propri" rappresentanti. Come in tutte le situazioni di post conflitto, il problema nei Balcani oggi non è infatti parlare dei crimini degli "altri", ma di quelli commessi nel proprio nome.
Drago Hedl (1950) è redattore e giornalista del settimanale di Spalato "Feral Tribune", dal 2002 corrispondente fisso da Osijek per Osservatorio sui Balcani. Ha lavorato per il quotidiano di Fiume "Novi List", per "Slobodna Dalmacija", per "Glas Salvonije", per la rivista letteraria "Revija". Ha collaborato con l'Institute for War and Peace Reporting di Londra. Molti dei suoi articoli sono stati pubblicati sui principali media di Gran Bretagna, Germania, Svizzera, USA e Repubblica Ceca.
Oltre a varie pubblicazioni, Drago è stato coautore del film "Vukovar: atto finale", diretto dal belgradese Janko Baljak e prodotto dalla TV B92 di Belgrado. Il documentario, unica coproduzione serbo-croata sulla guerra a Vukovar nel 1991, ha vinto lo Human Rights Award al 12° Festival di Sarajevo (2006). Sempre nel 2006, Drago aveva vinto il premio internazionale Knight per meriti giornalistici.
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