Skopje: confermata la condanna per il giornalista Kežarovski
21 gennaio 2015
Circa 3.000 manifestanti si sono riuniti ieri davanti al Tribunale d’appello di Skopje per protestare contro la sentenza che ha confermato il carcere per il giornalista investigativo Tomislav Kežarovski, accusato formalmente per aver rivelato l’identità di un testimone in un caso di omicidio.
Kežarovski, che ha partecipato alla manifestazioni di ieri dopo che gli sono stati accordati 30 giorni di libertà per ragioni di salute, era agli arresti domiciliari dal 28 marzo 2013 per un articolo scritto nel 2008 e pubblicato sul magazine Reporter 92. Il Tribunale di primo grado di Skopje lo aveva condannato a quattro anni e mezzo di carcere per avere rivelato l’identità di un testimone protetto in un processo torbido e segnato da numerosi colpi di scena a seguito dell'omicidio di un anziano nel villaggio di Oreše, vicino a Veles.
Ma secondo i critici le ragioni della condanna del giornalista sono altre. In una vicenda giudiziaria intricata che ha portato all'arresto di altre sette persone per reati di corruzione e abuso d'ufficio, Kežarovski - a cui è stata comminata la pena più severa - potrebbe essere stato punito per non aver fatto i nomi di chi gli ha fornito documenti segreti, inserendosi così in quella che sembra essere una guerra intestina tra le strutture parallele della polizia e i servizi di sicurezza dello stato.
Lo scorso 16 gennaio, a distanza di anni, è arrivata la sentenza definitiva che condanna il giornalista a due anni di carcere, due in meno rispetto al verdetto di primo grado. L’Associazione dei giornalisti macedoni, che ha accusato la corte di operare secondo calcoli di natura politica, ha chiesto la scarcerazione immediata del giornalista e l'avvio di un processo equo. ”Kežarovski è un giornalista innocente finito in carcere per aver fatto soltanto il proprio lavoro”, ha dichiarato Jim Bounelha , presidente della International Federation of Journalists.
“Questa sentenza eccessiva è un messaggio di censura per gli altri giornalisti di questo paese", ha detto Mogens Blicher Bjerregård, presidente della European Federation of Journalists (EFJ). "Questa decisione è una vergogna per la Macedonia” - ha enfatizzato Bjerregård, ribadendo l'impegno della EFJ di portare il caso all'attenzione delle organizzazioni internazionali che si occupano di libertà di stampa.
Alla fine della manifestazione di ieri decine di palloncini bianchi si sono levati nel cielo di Skopje a ricordare la libertà (negata) per Tomislav Kežarovski a cui restano da scontare ancora 4 mesi e mezzo di detenzione.