Negli ultimi dieci anni i morti per incidenti stradali in Romania sono sensibilmente aumentati, in controtendenza rispetto al resto d'Europa. Infrastrutture lacunose, aumento drastico dei veicoli sulle strade e scarsa disciplina le ragioni principali. E le autorità tentano di correre ai ripari
La Romania veste una temibile maglia nera in Europa. Alla pari con Malta è il Paese UE in cui si è verificato il maggior incremento tra il 2001 e il 2009 delle vittime per incidenti stradali. I dati sono stati forniti dall'European Transport Safety Council (Etsc).
E anche se non sono disponibili dati più aggiornati Bucarest, consapevole del triste e temibile primato, sta cercando da alcuni anni a questa parte di invertire la rotta. Dal nuovo e più severo codice della strada, approvato in fretta prima dell'adesione all'Unione europea, fino alla strategia per la sicurezza stradale che ha per orizzonte il 2020 e che prevede tra le altre cose esami più duri per ottenere la patente, permessi di guida obbligatori per i ciclomotori e corsi “di recupero” per i guidatori più recidivi.
Secondo i dati della Commissione europea nel 2001 i morti per incidenti stradali in Romania erano 2.450 e nel 2009 ben 2.796 (con un picco di 3.061 nel 2008). Nonostante tra il 2009 e il 2010 sia stata registrata una riduzione del 15%, che fa ben sperare, il confronto tra il 2001 e il 2010 dà uno scarso -3% contro il -43% della media UE.
I dati di Eurostat rilevano che gli incidenti mortali in Romania sono 111 ogni milione di abitanti: in Italia, solo per fare un esempio, sono 68 e in Europa 61. Quindi Bucarest deve abbattere il triste primato che la vede tra le peggiori nel rapporto vittime-popolazione anche a causa dell'incredibile aumento della flotta marciante negli ultimi 15 anni: il numero dei veicoli su strada è raddoppiato per un totale di 4,6 milioni di unità e 5,6 milioni di patenti.
Problema infrastrutture
In antitesi con questi dati le reti stradali sono rimaste quasi identiche agli anni Novanta. Uno dei problemi più gravi infatti è la sicurezza delle strade, dovuta a infrastrutture carenti e a difficili condizioni meteorologiche di alcune aree, oltre che alla mancanza di segnaletica stradale e illuminazione notturna: le arterie stradali romene sono otto volte più pericolose di quelle svedesi.
Come gli altri Paesi UE anche la Romania aveva come obiettivo quello di ridurre del 50% entro il 2010 il numero delle vittime della strada. Ma si è rimasti molto lontani dal raggiungerlo e quindi ora rimane molto da fare. “Dobbiamo continuare con gli sforzi fatti in campo legislativo – ha dichiarato Mihai Calinoiu, responsabile della Polizia stradale romena – e assicurare che le norme siano accettate dagli automobilisti. Dobbiamo guardare ai buoni esempi offerti dai Paesi UE e capire quali possono essere applicate al contesto romeno”.
Consci della situazione a Bucarest i decisori della politica locale hanno deciso di dare avvio a un nuovo corso con la strategia 2011-2020. Tra i punti principali la possibilità di guidare senza patente ma con il “foglio rosa” in alcuni orari e solo su determinate strade, esami più approfonditi per la patente, con test psicologici oltre che quelli sui segnali stradali, e un livello minimo d'istruzione per avere la licenza di guida (aver concluso la scuola dell'obbligo).
Le due ruote
Il documento prevede che ci sia una vera e propria scuola guida per i principianti e una patente a più step, prima valida solo in Romania e poi anche per guidare all'estero. Inoltre da quando la strategia entrerà in vigore sarà obbligatorio il patentino anche per chi guida su due ruote: le vittime per incidenti su ciclomotori sono aumentate esponenzialmente negli ultimi anni e i centauri romeni sono stati esposti a rischi 30 volte più alti dei colleghi norvegesi secondo l'Etsc.
“I ciclomotori sono diventati molto popolari in Romania – ha aggiunto Calinoiu – dobbiamo adottare un pacchetto di misure coerenti con il programma di sicurezza stradale. I motociclisti che usano il casco sono aumentati dal 90 al 93% e i passeggeri dal 56% al 71% dopo le campagne di sensibilizzazione”.
La maggioranza non paga le multe
Un altro tasto dolente del sistema stradale e del suo controllo in Romania è senza dubbio quello delle sanzioni: solo il 40% dei 450 milioni di euro comminati viene effettivamente pagato, contro il 90% della media UE, con un danno per lo stato e una percezione errata di cosa significhi essere multati.
Infine un tasto dolente per le casse dello stato: le perdite economiche e sociali causate dagli incidenti stradali valgono l'1,5% del Pil. Per invertire la tendenza la strategia prevede che il guidatore multato che non paga l'ammenda possa subire il ritiro della patente: un quarto di tutti gli automobilisti romeni è stato multato almeno una volta negli ultimi tre anni per aver infranto i limiti di velocità. Nel testo, inoltre, un'intera parte è dedicata alla riduzione delle auto in circolazione. Una nota in chiave ambientalista con tasse più alte per i possessori di più auto e meno tasse per chi usa il “car sharing”.
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