Šimunić: Per la Patria, pronti!

21 novembre 2013

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La Croazia vince 2 a 0 contro l'Islanda e si classifica per i mondiali Brasile 2014. A fine partita il difensore Josip Šimunić al microfono urla più volte alla folla "Za Dom, spremni!" (Per la Patria, pronti!) il motto ustascia dell'NDH, lo stato fantoccio creato da Ante Pavelić nel 1941 sostenuto da Hitler e Mussolini

Migliaia di tifosi gli fanno eco, facendo rimbombare nel palazzetto Maksimir di Zagabria quello che nelle guerre degli anni '90 fu usato come motto anche dai soldati dell'HOS (Hrvatske Obrambene Snage) ala militare dell’HSP, partito croato ultranazionalista di Dobroslav Paraga.

Scoppia lo scandalo e subito sulle colonne dei giornali fioccano dure critiche. "Negare il contesto politico di questo saluto nazista, sarebbe molto, molto stupido" ha dichiarato Boris Dežulović sulle pagine del quotidiano croato Jutarnji List di oggi. "Ma non è importante Šimunić. Vogliamo parlare dei 30.000 tifosi che lo hanno seguito in questo saluto?"

Šimunić, detto "Joe", si difende dalle accuse dichiarando il suo intento "pacifico":"Nego qualsiasi contesto politico della mia frase, che ho urlato solo a dimostrazione del mio amore per il mio popolo e la mia patria, non per inneggiare all'odio e alla distruzione" ha dichiarato ieri sul sito della Dinamo Zagabria nelle cui fila gioca.

Sulla buona fede di Šimunić commenta su Facebook il ministro Sport e cultura, Željko Jovanović: "Eh caro mio, a te serve una buona lezione di storia. Se ti interessa ti aiuterò a trovare un buon professore perché tu capisca che saluto sia "Za Dom, spremni!"

Mentre sui media esteri, dalla BBC all'Huffington post, rimbalza da ieri la notizia sul suo saluto definito "pro-nazista e inneggiante all'odio", da qualche ora è emersa l'informazione secondo cui la Fifa avrebbe avviato un'indagine per decidere se sanzionarlo.

 

Il "saluto" di Šimunić al Maksimir di Zagabria

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa


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