Il complesso monumentale di Orhei Vechi, in Moldavia

Il complesso monumentale di Orhei Vechi, in Moldavia (d_proffer / Flickr)

In cima alla sua agenda, la richiesta di visti per la Ue e l'appello agli investitori esteri. Oltre all'uscita dalla crisi istituzionale interna. Intervista al presidente della Repubblica ad interim moldavo, Mihai Ghimpu, in visita di Stato in Italia a fine maggio. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

03/06/2010 -  Gianni Boninsegna Roma

Visita ufficiale a Roma e incontro con gli imprenditori italiani per il Presidente ad interim della Repubblica della Moldavia, Mihai Ghimpu, dal 23 al 26 maggio scorsi. In questa difficile fase istituzionale per la piccola Repubblica ex sovietica, Ghimpu ha cercato anche in Italia, dove lavorano oltre 100 mila moldavi, sostegno al processo di integrazione europea per Chişinău. Lo abbiamo intervistato.

Signor Presidente, che cosa ha significato questa visita in Italia ora?

Abbiamo puntato su due aspetti importanti per noi: il sostegno nel processo di integrazione europea e l’attrazione di investitori nel nostro Paese. Sono temi inscindibili, perché non possiamo entrare nella Ue se non raggiungiamo determinati standard europei. E gli investitori dell’Unione possono aiutarci a raggiungere questi obiettivi.

Ci troviamo in un momento di grave crisi economico-finanziaria, la Moldavia di fatto è il Paese più povero d’Europa. Chiediamo all’Italia il sostegno per la liberalizzazione dei visti per i nostri connazionali. A medio termine, puntiamo a liberalizzare il commercio, snellire e semplificare la burocrazia in modo tale da attrarre più investimenti esteri. Non possiamo dipendere solo dalle rimesse dei nostri concittadini emigrati.

"Secondo l'Fmi nel 2010 la nostre economia crescerà del 2-4%"

Qual è, a suo avviso, il bilancio della sua coalizione, attualmente alla guida della Moldavia?

I cittadini moldavi vorrebbero risultati a breve. Ma occorre tempo. Sono soddisfatto degli impegni che ci siamo assunti, oltre che degli obiettivi realizzati, primo tra tutti la libertà dei cittadini. I moldavi ora sono più liberi, non sentono più la pressione del vecchio regime comunista. Stiamo introducendo maggiori libertà anche in economia.

Nel nostro Paese import ed export non erano soggetti al mercato, ma ora li stiamo demonopolizzando, e gli effetti positivi sono già visibili. Secondo le ultime analisi del Fondo Monetario Internazionale, nel 2010 la nostra economia crescerà del 2-4%. Senza crescita, non potremo aumentare pensioni e salari, né sviluppare sanità e istruzione.

Dal precedente governo abbiamo ereditato un disastroso deficit pubblico, oltre all’imponente debito con Gazprom… Sono difficoltà enormi ma la nostra coalizione, l’Aie, Alleanza per l’integrazione europea, sta dimostrando di saper affrontare bene tutti questi problemi.

La giusta distanza da Bucarest, tema scottante in Moldavia

Lei si è definito “il primo Presidente che ha detto la verità” a proposito della sua dichiarazione “sono romeno, parlo la lingua romena”. Questa presa di posizione ha pesato nel calo della sua formazione, il Partidul Liberal, negli ultimi sondaggi?

Non credo molto a questi sondaggi. Penso invece che la non accettazione dell’identità romena della Moldavia da parte di una porzione di popolazione sia conseguenza delle ideologie comuniste-sovietiche, in poche parole conseguenza dell’occupazione.

Intervista al presidente della Repubblica ad interim della Moldavia, Mihai Ghimpu, in visita in Italia

Intervista al presidente della Repubblica ad interim della Moldavia, Mihai Ghimpu, in visita in Italia

Oggi i nostri bambini studiano la storia romena e imparano la lingua romena. Quanto ai sondaggi, molti sono truccati. Non è vero che il PL è sceso, anzi si mantiene sulle stesse percentuali del 5 aprile e del 29 luglio 2009. Sono dati che escono da alcuni politici manipolatori, che parlano di valori europei utilizzando però meccanismi sovietici. Il miglior sondaggio è sempre il giorno delle elezioni.

La corsa verso la Ue e l'incognita Transnistria

Che tempi richiederà l’integrazione europea ?

Dipenderà da noi, dall’unità della nostra Alleanza e dalla capacità dei partiti democratici filo-europei di restare al governo. Se l’Alleanza riuscirà a centrare gli standard che la Ue ci chiede, significa che riusciremo da soli a prendere la strada dell’Europa.

Nell’eventualità invece del ritorno delle forze comuniste, è chiaro che quest’obiettivo si allontanerà. E’ responsabilità dei comunisti se oggi la Moldova chiude la fila degli Stati che aderiscono all’Europa. Negli anni ‘90 la Moldavia andava di pari passo con i Paesi Baltici, ora loro sono nell’Unione europea e noi siamo rimasti indietro.

L’elettorato però ora è maturato, e le nuove generazioni hanno capito che il nostro futuro è europeo. Resta ancora da vedere quale sarà, a medio termine, la politica di Bruxelles sull’allargamento, visto che oggi ha di nuovo il piede sul freno.

Se riusciremo a costruirci noi un’Europa a casa nostra, a base di occupazione e sviluppo, la Ue prenderà una decisione positiva. Siamo una piccola nazione e dunque non costituiamo un aggravio per l’Unione. Il nostro problema oggi è semmai il fatto di avere un territorio non controllato, la Transnistria, teatro di traffico di essere umani e di armi…

L’adesione potrà facilitare anche per questo aspetto una soluzione: portando una vita più decente anche sulla sponda destra del fiume Dnester, persuaderà anche gli abitanti della Transnistria a non dare più credito al regime di Igor Smirnov.

In caso di introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica, si candiderà?

Sarà una decisione del partito e non mia. Inoltre la nostra formazione aderisce all’Aie, e nella nostra coalizione c’è già un accordo, che prevede la carica di Presidente spetti al Partito Democratico di Marian Lupu.

Tutto dipende ora da come la nostra Alleanza riuscirà a superare la crisi costituzionale che ci attanaglia.

 

 


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