Donna non rieducabile
Appuntamento nell'ambito della prima edizione del festival "(P)rose dai venti - Tradurre in Festival", tre giorni per incontrare, ascoltare, leggere, tradurre autori ed interpreti della cultura dell'Est Europa seguendo il vento di Levante
Il simbolo di (P)rose dai venti è una girandola colorata, la rappresentazione scanzonata del nome del festival, un intreccio di parole che gioca con due termini che sono l’anima stessa della manifestazione: la Rosa dei Venti, rappresentata a 4, 8, 16 e fino a 32 punte, è la bussola che indica il viaggio che si vuole intraprendere, mentre lo strumento principale per avvicinarsi a questi mondi sarà la parola, la prosa, o meglio le prose, perché le forme di scrittura sono molteplici.
Aiutati da questa bussola, nel 2010 lo sguardo si rivolge a Est, simbolicamente seguendo i venti di Grecale e di Levante, verso il confine polacco e quello rumeno.
I protagonisti che faranno parte di questo viaggio sono personaggi che possiedono una particolare conoscenza del territorio indicato dalla bussola: giornalisti scrittori e traduttori, artisti, mercanti, viaggiatori, artigiani, commessi viaggiatori, imprenditori, che con i loro interventi, analizzeranno cosa sta accadendo in quelle parti del mondo di cui poco sappiamo e che stanno influendo nel nostro sistema sociale ed economico. Una discussione attuale e necessaria che affronterà da più prospettive tutti gli aspetti della realtà discussa (dal punto di vista economico, linguistico, sociale, giornalistico) per offrirne una visione d’insieme.
I diversi appuntamenti del festival cercheranno di offrire al pubblico uno spaccato su argomenti e tematiche legate al mondo, alla cultura, alle problematiche dell’est: tavole rotonde, mostre fotografiche, spettacoli teatrali, presentazioni, incontri con gli studenti. Uno spettacolo vivo, ambientato nella cornice di una cittadina che si offrirà sotto una luce inedita, coinvolgendo le realtà produttive ed economiche locali e il centro storico con i suoi negozi, caffè e ristoranti per un momento corale di scoperta, conoscenza e valorizzazione.
Donna non rieducabile
di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo
musiche per arpa eseguite dal vivo da Floraleda Sacchi
Una storia vera. Un ritratto della giornalista Anna Politkovskaja, realizzato senza compromessi, una full-immersion teatrale fra stupri e rappresaglie, corruzione e ricatto, disperazione e coraggio. Un viaggio a precipizio fra gli orrori russo-ceceni del terzo millennio, spiati e raccontati da una testimone definita dal Cremlino "non rieducabile": teste mozze di guerriglieri appese ai gasdotti, fagotti umani fatti saltare con le granate, gare fra militari per il record dello stupro, kamikaze nel centro di Grozny, episodi di corruzione aggravata mimetizzati da una propaganda a suon di fiction televisive, senza tralasciare le carneficine del Teatro Dubrovka e della Scuola di Beslan.
La giornalista scomoda di "Novaja Gazeta" - freddata su commissione nell'ascensore di casa con due spari prima al cuore e poi alla testa - non è tuttavia proposta come un "personaggio" teatrale.
Il memorandum ne ricompone piuttosto il profilo come in un mosaico, un puzzle. In ordine sparso. Un taccuino di appunti in forma teatrale, ovvero un collage di singoli squarci, istantanee, fotogrammi, sequenze, tutto per iscritto. Una galleria di immagini e sensazioni, riflessioni e incubi, pensieri ed emozioni. Quasi il sismografo di un'esistenza bruscamente interrotta.
INFO:
Arte Sella
Corso Ausugum 55 - Borgo Valsugana (TN)
telefono: 0461 751251
e-mail: artesella@yahoo.it
web: www.artesella.it