Genesi, articolazione e ragioni politiche del Califfato
Luisa Chiodi, direttrice di OBC, modera l'incontro con il giornalista Lorenzo Cremonesi nell'ambito della sezione "Linguaggi" del Festival di danza contemporanea Oriente Occidente, che si svolge a Rovereto e Trento dal 28 agosto al 6 settembre
Un’analisi dell’Isis tra Iraq e Siria e della rapida evoluzione che ha visto protagonisti i paesi dell’area musulmana in seguito allo scoppio delle primavere arabe è quella proposta da Lorenzo Cremonesi: cos’è, com’è strutturato e quali sono le ragioni politiche che si nascondono dietro l’avanzata del Califfato? Come può generare proseliti anche oltreoceano? Un fenomeno di proporzioni talmente allarmanti da trovare un nome, quello di foreign fighters, per quelle persone che abbandonano il proprio paese per andare a combattere nelle file del Califfato e sacrificare la propria vita. Quali strategie consentono all’Isis di avanzare così rapidamente? La capacità di approfittare delle divisioni interne degli avversari per riportare vittorie e raccogliere nuovi proseliti, rappresenta un punto di forza del Califfato. Il modello è simile in tutti gli scenari delle vittorie di Isis: dove lo stato centrale fallisce arrivano i jihadisti. Un’altra tattica è quella della guerra dell’acqua, una strategia subdola e devastante vecchia di millenni e capace di mietere più vittime di quella con le armi “tradizionali”. Un’emergenza che costringe i paesi occidentali a correre ai ripari e trovare soluzioni contro l’avanzata, prima fra tutte la fornitura americana di nuove armi e l’addestramento delle truppe irachene. Al tempo stesso è necessario soffermarsi sull’immagine trasmessa dai media dell’Isis e sulla reale situazione di occupazione dei territori: quanto è realtà e quanto propaganda? L’Isis in questo momento appare come un’etichetta che ha soppiantato nella visione occidentale quella di Al Qaeda, racchiudendo genericamente al suo interno anche azioni di talebani e altri gruppi estremisti che non fanno capo a Isis. L’informazione talvolta generica e frammentata può rivelarsi fuorviante e alterare le dimensioni effettive del fenomeno contribuendo a generare il panico.
Lorenzo Cremonesi è giornalista del Corriere della Sera. Per vent’anni ha seguito le vicende mediorientali, come corrispondente da Gerusalemme e inviato in Iraq, Afghanistan, Libia, Siria. È autore di tre libri: Le origini del sionismo e la nascita del kibbutz (1881-1920) (La Giuntina 1985); Bagdad Café (Feltrinelli 2003) e Dai nostri inviati (Rizzoli 2008).