I tassisti di Sarajevo hanno iniziato la prima di molte azioni a favore dei ragazzi disabili dell'Istituto Pazarevic, nelle vicinanze della capitale bosniaca.
Nell'Università di Nis ancora fermento soprattutto tra la classe docente che minaccia nuovi scioperi. "Qualcosa dev'essere fatto immediatamente" denunciano, "a partire da una riforma della legge sull'università".
Dopo averlo annunciato la destra croata è scesa in piazza a Zagabria. Secondo gli organizzatori sabato 20 erano 70.000 i manifestanti. Meno di 15.000 invece secondo le stime della polizia.
A Dubrovnik tre organizzazioni non governative provenienti da Serbia, Croazia e Bosnia hanno promosso una conferenza internazionale sulla cooperazione tra i Paesi che hanno sottoscritto gli Accordi di Dayton. Per discutere di cooperazione regionale.
Luca Rastello scrive del movimento no global. Forza e contraddizioni. Alla luce delle esperienze fatte nei Balcani, alla luce delle tragedie di Genova.
Sempre più acceso il dibattito in Serbia sulle autonomie locali. Vengono riconosciuti al Governo gli sforzi verso l'approvazione di una nuova legge in questo campo ma le municipalità denunciano che fino ad ora tutto rischia di rimanere come prima.
La paura per le lettere all'antrace e per possibili attentati terroristici si fa sentire anche nei Balcani.
Vi sono stati molti falsi allarmi per lettere sospette negli scorsi giorni a Belgrado. La prima è stata spedita da un luogo non identificato ad un appartamento privato nel cuore di Belgrado. Hanno poi seguito molte lettere, rivelatesi poi "allo zucchero", ai principali media jugoslavi (Nis local TV5, 18.10).
In Bosnia Erzegovina il panico va quasi di moda. Alcuni cittadini di Banja Luka e della zona hanno ricevuto questi giorni alcune lettere contenenti polvere bianca. "Le analisi hanno mostrato che il materiale contenuto nelle buste non è contaminato con l'antrace, ma materiale pubblicitario della dita farmaceutica Orbiko di Sarajevo" ha affermato Stanimi Stamenkovic, direttore dell'Istituto sanitario di Banja Luka (Nezavisne Novine, 20.10.2001).
Le poste della Republika Srpska hanno smentito di aver trovato qualcosa di sospetto, mentre il direttore delle poste di Sarajevo è sicuro che in tutto questo periodo postbellico le poste della capitale bosniaca non hanno mai trovato nulla di sospetto.
Intanto la Sfor e la Nato dichiarano di aver smantellato, con la collaborazione della polizia locale, un'organizzazione terroristica legata ad al Qaida. Lo ha dichiarato giovedì a Sarajevo Daryl Morrell, portavoce della Sfor (Forza di stabilizzazione della Nato) precisando che ''grazie ad un'eccellente collaborazione con le autorità bosniache riteniamo di aver spezzato i legami esistenti in Bosnia-Erzegovina con la rete di Al Qaida''. Ieri la Sfor aveva annunciato di aver smantellato un'organizzazione di terroristi, ma non aveva fatto alcun collegamento con la rete di Osama bin Laden.
Restano ancora sconosciuti i veri motivi della chiusura, nei giorni scorsi, dell'ambasciata statunitense a Sarajevo e degli uffici di Tuzla e Banja Luka. Le motivazioni addotte dal Dipartimento di Stato americano sono quelle legate ad un atteggiamento precauzionale all'indomani dell'inizio delle ostilità in Afghanistan. Non è stato però specificato se si fosse reagito ad un rischio concreto di attentati organizzati da strutture vicine a Bin Laden ed Al Kaida. Le autorità bosniache hanno iniziato anche in modo autonomo dalle pressioni internazionali, a prendere provvedimenti contro il terrorismo. Un nuovo ed interessante documento è stato presentato dal Consiglio dei Ministri della BiH. Si tratta di un registro dei cittadini stranieri che entrano nel Paese grazie a voli aerei (cosiddetta landing-card). L'ufficio DGS (dogane statali) ha già intensificato i controlli su tutti gli aeroporti internazionali (non solo quello di Sarajevo). E' in preparazione pure un altro registro. Si tratterebbe dell'elenco di tutti gli stranieri che operano in BiH. Anche l'OHR sta lavorando su una serie di provvedimenti che formino una cornice legale per la lotta al terrorismo (Oslobodjenje, 17.10).
Il nuovo corso di laurea è stato inaugurato alla presenza di esperti provenienti da tutta l'area balcanica. Lo scopo è infatti quello di favorire i contatti e le relazioni nel sud est Europa.
AiBi costretta a sospendere i propri progetti nella regione di Pec-Peja, Kossovo. Il suo presidente Griffini denuncia il calo di attenzione sui problemi dei Balcani.
Dalla Sumadija, regione della Serbia centrale, un documento programmatico a favore della regionalizzazione del Paese. Ed intanto ancora caldo il clima politico in Vojvodina.
Ancora il 50% delle piccole imprese da privatizzare. Solo quattro delle più grandi privatizzate. Non senza scandali. Nei prossimi mesi la vendita dei due colossi JPPTT BiH (poste e comunicazioni ed Electroprivreda (elettricità).
L'università in RS attraversa una forte crisi. Non basta il numero ingente di facoltà e corsi per coprire le carenze di personale e strutture. Ce ne parla il nostro inviato da Banja Luka. Il testo è in lingua inglese.
In Republika Srpska un sistema scolastico tra nuove aperture e resistenze all'integrazione in un unico sistema bosniaco. Un nuovo approfondimento che va ad integrare il dossier "Scuola nei Balcani". Testo in lingua inglese.
Ambiguità in Bosnia sulle privatizzazioni della FDS, manifattura tabacchi di Sarajevo. Il suo direttore, Nijaz Durakovi indaga in merito, ma riceve minacce.
L'ODHIR, istituzione dell'OSCE che si occupa di democratizzazione e diritti umani, ha presentato la relazione conclusiva sulle elezioni politiche in Albania dello scorso 24 giugno.