La missione di monitoraggio della libertà dei media in Croazia, condotta da sei organizzazioni europee, evidenzia la necessità di garantire l'indipendenza dell'emittente pubblico HRT
Fonte: EFJ
I partecipanti alla delegazione hanno evidenziato la necessità che il prossimo governo croato agisca rapidamente per riformare l'attuale legge che regolamenta il funzionamento della radio-televisione pubblica croata, l'HRT, che al momento è esposta ad ingerenze politiche ingiustificate. La delegazione ha inoltre definito problematico il processo di nomina del direttore generale di HRT tramite un voto parlamentare. Il servizio pubblico radiotelevisivo non dovrebbe infatti essere sottoposto all'influenza dei partiti politici.
Il rispetto degli standard professionali e di un approccio equilibrato alle notizie e ai contenuti di HRT saranno monitorati nel periodo precedente alle prossime elezioni parlamentari, previste per settembre. La delegazione ha quindi rimarcato la necessità di garantire il rispetto degli standard europei in materia di indipendenza editoriale delle emittenti pubbliche in questo periodo.
Il 21 giugno, durante un incontro con la delegazione, la Presidente croata Kolinda Grabar-Kitarović ha dichiarato il proprio supporto agli sforzi per garantire l'indipendenza di HRT. L'emittente, generalmente considerata un modello di professionalità nel sud-est Europa, si è recentemente trovata al centro di un forte dibattito dopo che la nuova leadership nominata dall'uscente coalizione di governo croata ha rimosso circa 70 redattori e giornalisti da posizioni chiave, secondo quanto affermano i dipendenti dell'emittente e le associazioni dei giornalisti. Mentre la ristrutturazione del personale si era verificata anche in occasione del precedente cambio di governo - seguendo uno schema di comportamento che secondo la delegazione dovrebbe essere definitivamente abbandonato al più presto - la velocità e l'ampiezza dei recenti cambiamenti suggerisce un disegno politico in contrasto con i compiti e i doveri di un servizio radiotelevisivo pubblico.
Oltre all'incontro con Grabar-Kitarović, la delegazione è stata ricevuta anche dal Ministro della Cultura uscente, Zlatko Hasanbegović, il quale ha insistito sul fatto che non ci sono state "limitazioni" alla libertà dei media in Croazia, nonostante la crescente preoccupazione internazionale.
Guidata dalla South East Europe Media Organization (SEEMO), la delegazione ha incontrato numerosi rappresentanti del governo, dei media, delle associazioni di giornalisti e alcuni rappresentanti della società civile per accertare la situazione della libertà dei media nel più recente Stato membro dell'UE, recentemente scosso da un clima di polarizzazione politica e, secondo alcuni, da un aumento di posizioni nazionaliste. La Croazia è attualmente governata da un gabinetto di transizione, dopo il crollo della coalizione tra il partito di centro-destra HDZ e il partito di centro Most.
La missione ha incontrato i rappresentanti di HRT così come di RTL Televizija, una delle due principali emittenti private del paese; altri incontri si sono tenuti con giornalisti e redattori di vari mezzi di comunicazione, tra cui Index.hr, Jutarnji list, Nacional, Novi list, Direktno.hr, H-Alter.org e l'agenzia di stampa nazionale HINA; colloqui hanno avuto luogo inoltre con i rappresentanti dell'Associazione dei giornalisti croati (HND), con il Sindacato dei giornalisti croati (TUCJ) e con l'Associazione dei giornalisti e pubblicisti croati, di recente fondazione (HniP).
In seguito all'incontro con Mirjana Rakić, presidente del Consiglio dei Media Elettronici Croati (EMC), i delegati hanno espresso profonda preoccupazione per il fallimento del governo croato nel prendere pubblicamente le difese di Rakić dopo che lei e il Consiglio per i Media sono stati bersaglio di una protesta all'inizio di quest'anno. in quell'occasione i partecipanti alla protesta - tra i quali il vicepresidente del Parlamento - hanno lanciato slogan ostili, alludendo peraltro anche all'etnia serba di Rakić. La protesta è scaturita in risposta ad una decisione presa dall'EMC di sospendere per tre giorni una trasmissione per aver violato le regole sull'incitamento all'odio. Rakić successivamente si è dimessa, sebbene il Parlamento non abbia ancora accettato le sue dimissioni.
I partecipanti alla missione hanno inoltre espresso insoddisfazione per il fallimento delle autorità croate nel portare a termine le indagini sugli attacchi fisici subiti da alcuni giornalisti di primo piano. Questi includono il pestaggio del giornalista Dušan Miljuš nel 2008 e l'assalto al premiato giornalista Željko Peratović.
"E' inaccettabile che episodi di violenza contro i giornalisti restino impuniti in uno stato membro dell'Unione Europea", ha detto il segretario generale di SEEMO, Oliver Vujović. "Siamo preoccupati per i mancati progressi in questi e in altri casi sui quali sono in corso le indagini. Invitiamo le autorità a mandare un segnale che non sarà tollerata altra violenza contro i media."
La delegazione pubblicherà, alla fine di luglio, una relazione esaustiva sulla missione e sulle sfide principali che riguardano la libertà di espressione e la libertà dei media in Croazia.
Oltre a SEEMO, la delegazione comprende anche rappresentanti della Federazione europea dei giornalisti (EFJ), European Broadcasting Union (EBU), European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF), l'International Press Institute (IPI) e Reporter senza Frontiere (RSF).
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto