Il tribunale ha stabilito che Goran Djurovic deve essere reintegrato come membro del Consiglio dell’emittente pubblica RTCG. La decisione di rimuovere Djurovic dal Consiglio è stata riconosciuta come “azione politicamente motivata”, parte della più ampia strategia del partito di governo volta a riprendere il controllo sull'emittente pubblica.
Il tribunale amministrativo ha abrogato la sentenza dell'Agenzia per la prevenzione della corruzione, ma c'è solo una piccola possibilità che Nikola Vukčević venga reintegrato come membro del consiglio RTCG. Anche se la Corte ha stabilito che il conflitto di interessi di cui era accusato non sussisteva, ora spetta al Parlamento montenegrino decidere se nominare qualcuno che lo sostituirà.
L'opposizione ritiene che il primo ministro Duško Marković non ostacolerà la pressione del suo partito sul servizio pubblico, nonostante le richieste di un alto funzionario statunitense.
“Il governo deve preservare la libertà editoriale di RTCG (la TV pubblica) o le sue credenziali democratiche saranno ridotte”, ha dichiarato il diplomatico statunitense Hoyt Brian Yee (vice Segretario per gli affari euroasiatici). In un'intervista rilasciata a "Vijesti" il funzionario americano ha dichiarato che il “sequestro politico” sul servizio pubblico potrebbe essere un passo indietro sulla strada euroatlantica del Montenegro.
In una recente intervista rilasciata a Vijesti il regista montenegrino Nikola Vukčević ha affermato di essere stato rimosso dagli incarichi che ricopriva nella TV pubblica perché il governo vuole cambiare la politica editoriale dell'emittente. “Il motivo principale – ha dichiarato – è che il governo e il partito di maggioranza vogliono avere uno strumento per i propri bisogni, non sono interessati ai bisogni dei cittadini”.
Gli esperti dei media concordano: in Montenegro non c'è una sola emittente pubblica che sia indipendente dal governo. Una possibile soluzione potrebbe essere il finanziamento delle testate da parte dei cittadini...
È difficile parlare di libertà dei media, di libertà di parola e di giornalismo professionale, in un paese che non ha raggiunto gli standard democratici più elementari e che non è mai riuscito a cambiare il fatto che tutto è controllato dal potere politico.
Basandosi su una soffiata anonima, l’agenzia per la prevenzione della corruzione ha avviato un procedimento contro il giornalista Tufik Softić. Questo accadeva pochi giorni prima del verdetto su una causa che Softić ha intentato contro lo stato montenegrino per non averlo protetto dopo un’aggressione del 2007.
Per la prima volta in assoluto, un cittadino montenegrino è stato risarcito dallo Stato per un'investigazione inefficace. Il giornalista Tufik Softić ha ricevuto 7.000 euro dopo che la Corte costituzionale ha attestato che il suo diritto alla vita è stato danneggiato dal fatto che le autorità del paese non hanno trovato i responsabili dell’aggressione subita nel 2007.
Essere attivi nella società contemporanea significa essere sotto l'influenza dei media, per questo bisogna imparare a leggere i messaggi mediatici, a capire il lessico mediatico contemporaneo, a percepire la differenza tra un'informazione e una sensazione. In Montenegro i media, gli accademici e i professionisti cominciano a discutere di quali siano le sfide e gli standard professionali ed etici, chiedendosi se l’informazione sia o non sia anche un atto creativo. In una parola: si discute finalmente di alfabetizzazione mediatica.