21 luglio 2008

Un libro che intreccia storia e fantasmi, mito e ricordo. È un viaggio nel tempo che commuove e sgomenta, scava nelle pieghe più inquiete e dolorose dell'anima per trovare un senso, o almeno una estrema via di fuga

Di chi è la voce che risuona in "Alla cieca"? È certo il racconto di un recluso e di un fuggitivo. È Jorgen Jorgensen, il re d'Islanda poi condannato ai lavori forzati nell'inferno di un'altra isola, agli antipodi, Giù alla Baia. È il compagno Cippico, passato dai Lager nazisti a Goli Otok, la terribile Isola Calva dove Tito confinava i dissidenti. È Tore e Jan Jansen, Nevèra e Strijèla e i mille nomi dei partigiani e dei clandestini. È il rivoluzionario e il fondatore di città, il marinaio e il cybernauta... È anche l'argonauta nel suo viaggio infinito attraverso oceani dove s'incontrano solo l'avventura e la morte, il sangue e la violenza, in un esilio che solo a tratti s'illumina dell'amore di una donna che si chiama Maria, Marie, Mariza o Márja, e Norah e Mangawana... In questo devastante e struggente memoriale a narrarsi è l'eterno ribelle, l'ammutinato, l'eretico in balia delle onde e del buio della storia, ma anche dei suoi sogni di giustizia e della disciplina di partito. In un modno dove tutto appare così disgustoso e innocente, dove tradire è comprensibile e umano, a parlare è una memoria viva e pulsante, che ogni tanto si spacca, come la terra durante il terremoto, e lascia sfuggire via le cose attraverso le sue voragini. Confessione e referto clinico, epopea e delirio, traccia continuamente cancellata e riscritta, "Alla cieca" intreccia storia e fantasmi, mito e ricordo. È un viaggio nel tempo che commuove e sgomenta, scava nelle pieghe più inquiete e dolorose dell'anima per trovare un senso, o almeno una estrema via di fuga.

Nato a Trieste nel 1939. Saggista italiano, Claudio Magris è docente di Letteratura Tedesca all'Università di Trieste e collabora al Corriere della Sera e a diversi altri quotidiani e riviste. Ha contribuito, con numerosi studi, a diffondere in Italia la conoscenza della cultura mitteleuropea e della letteratura del "mito absburgico" ed è, anche, autore di testi narrativi. Tra i maggiori intellettuali del Novecento, ha la capacità di comprendere e interpretare i grandi sistemi storici e sociali e letterari rendendoli accessibili anche al lettore meno esperto. Tra le sue opere più famose ricordiamo Danubio (1990), Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna (1996), Microcosmi (1997) e L'infinito viaggiare (2006)
Alla cieca
di: Claudio Magris
anno di pubblicazione: 2005
casa editrice: Garzanti