2 marzo 2007
Ci si può ancora appellare ai diritti umani per far vacillare i possenti bastioni della disuguaglianza? Un libro del pensatore sloveno Slavoj Zizek
Nati come costruzione ideologica a salvaguardia del privilegio, i diritti umani coprono e legittimano l'imperialismo occidentale, gli interventi militari, la sacralizzazione del mercato, l'ossessione del politically correct. Ma a volte sono sfuggiti al controllo del potere, producendo effetti reali, cambiando il corso della Storia. La domanda è: ci si può ancora appellare ai diritti umani per far vacillare i possenti bastioni della disuguaglianza?
Slavoj Zizek, nato nel 1949 a Lubiana, è un pensatore eclettico la cui ricerca abbraccia filosofia, psicoanalisi, politica, arte. Testimone del crollo della ex Jugoslavia, il suo impegno politico si è concretizzato nel 1990 con la candidatura alla presidenza della Slovenia. Ambasciatore delle Scienze per il suo paese, insegna all'Istituto di Sociologia di Lubiana ed è stato visiting professor in numerose università europee e statunitensi. Tra i suoi libri pubblicati in Italia ricordiamo Il Grande Altro. Nazionalismo, godimento, cultura di massa (Feltrinelli, 1999), Il godimento come fattore politico (Cortina, 2001), Benvenuti nel deserto del reale. Cinque saggi sull'11 settembre e date simili (Meltemi, 2002), Difesa dell'intolleranza (Città aperta, 2002), Il soggetto scabroso. Trattato di ontologia politica (Cortina, 2003), Tredici volte Lenin. Per sovvertire il fallimento del presente (Feltrinelli, 2003), Iraq. Il paiolo in prestito (Cortina, 2004), Distanza di sicurezza. Cronache del mondo rimosso (Manifestolibri, 2005), America oggi. Abu Ghraib e altre oscenità (Ombre Corte, 2005).
Contro i diritti umani
di Slavoj Žižek
anno di pubblicazione: 2005
edito da: il Saggiatore