16 ottobre 2006
Una raccolta che ci parla con poesie di "dopo la guerra", ci viene incontro attraverso un lavoro poetico lontano dai giorni del lutto. Sidran dimette i panni del poeta civile e torna - nella ripresa della vita e della normalità - ad una libertà di espressione e felicità di racconto e canto.
"Il cieco canta alla sua città" in bosniaco "Slijepac pjeva svome gradu", raccoglie poesie del "dopo la guerra", viene incontro al lettore attraverso un lavoro poetico lontano dai giorni del lutto. Sidran dimette i panni del poeta civile e torna - nella ripresa della vita e della normalità - ad una libertà di espressione, felicità di racconto e canto, mai prima raggiunte. Poesie della maturità di una grande figura artistica, versi che ancora una volta - dopo il disfacimento di una ipotesi di Stato e di letteratura - propongono l'area balcanica come luogo originale di una pluralità culturale, parametro possibile di un nuovo mondo.
Abdulah Sidran è nato alle porte di Sarajevo (Hadzici) nel 1944. Poeta, prosatore, drammaturgo, sceneggiatore cinematografico, è personalità centrale della letteratura e della poesia contemporanea. In ambito letterario ha cominciato a pubblicare negli anni '70, con opere
in versi e prosa. La sua poesia è stata tradotta in tedesco, francese, spagnolo. In italiano (edizioni "e" Trieste 1995, edizione bilingue, traduzione Silvio Ferrari) è uscita la più ampia scelta antologica della sua poesia antecedente la guerra e tutte le poesie dell'assedio con il titolo La bara
di Sarajevo/Sarajevski tabut. Per quanto al cinema, Sidran come sceneggiatore ed Emir Kusturica come regista hanno avuto un ruolo decisivo nel cinema slavo: Ti ricordi di Dolly Bell? del 1981 - opera prima di Kusturica e Sidran - riceve il Leone d'oro a Venezia; Papà è in viaggio d'affari del 1985 riceve la Palma d'oro a Cannes. Nel dopoguerra sceneggia Kuduz del regista Ademir Kenovic.
Vive e lavora a Sarajevo. Ho lasciato il mio cuore a Zvornik è la sua prima opera teatrale.
Il cieco canta alla sua città
di Abdulah Sidran
anno di pubblicazione: 2006
casa editrice: Edizioni Saraj