28 novembre, il giorno della bandiera

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Una festività che ricorda la dichiarazione di indipendenza dell'Albania dall'Impero ottomano, nel 1912. Paradossalmente più sentita in Kosovo che non nella stessa Albania. Sullo sfondo dei festeggiamenti un fantasma, quello della Grande Albania. Un fotoracconto di Marjola Rukaj [dicembre 2010]

Ismail Bej Vlora
Il 28 novembre è il giorno in cui nel lontano 1912, Ismail (Qemali) Bej Vlora, un politico ottomano di origine albanese, issò a Valona la bandiera albanese e dichiarò l'indipendenza del paese.
28 novembre
Il periodo storico è uno dei più misteriosi della storia albanese, ma il 28 novembre è rimasto nella storia come il giorno dell'indipendenza e della bandiera nazionale.
Gezuar Pavaresia!
E' la festa maggiormente sentita nel Kosovo indipendente. Per il boulevard Bill Clinton nel centro di Pristina bambini e adulti, giovani, intere famiglie sfilano entusiasti sfoggiando i migliori vestiti e la bandiera albanese - quella dell'Albania. Si salutano, e augurano l'un l'altro Gezuar Pavaresia!, (Buona Indipendenza!). Alcuni percorrono più volte il boulevard, altri siedono nei caffè ai lati, ammirando l'atmosfera, mentre i suoni delle ciftelije, e dei tupani, tipici strumenti del Kosovo, si mescolano a tutto volume.
Grande Albania
Bandiere, musica, e anche una parata di gigantografie dei nuovi eroi, guerrieri caduti dell'UCK, cui viene attribuito il merito di aver liberato i kosovari, dai serbi. Nei bar, tra la folla, i discorsi ruotano tutti intorno all'unione con l'Albania. I politici al governo non partecipano: sotto l'osservazione degli internazionali sono tenuti a rispettare i simboli del neonato stato kosovaro, e ad eliminare qualsiasi equivoco che possa far pensare al fantasma della Grande Albania.
Albin
La festa in piazza con le sue bandiere è stata organizzate dal movimento Vetevendosja di Albin Kurti, che il prossimo 12 dicembre si presenterà alle elezioni portando nel suo programma tra l'altro anche l'unione con l'Albania, che si pensa potrebbe avvenire a seguito di una semplice consultazione referendaria. ”Meno male che c'è Albin”, si sente commentare in giro. A Tirana invece, la festa è passata in silenzio, con politici e cittadini alle prese con i molti problemi quotidiani.