Mani che si passano denaro sporco - © spixel/Shutterstock

La percezione del livello di corruzione nei paesi dei Balcani è stabile o in peggioramento, se escludiamo alcune eccezioni. Questo il quadro che emerge dall'ultimo indice annuale pubblicato da Transparency International. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [30 gennaio 2021]

La corruzione percepita resta a livelli alti nei Balcani, che si confermano la regione europea dove i cittadini avvertono più forte la mancanza di trasparenza e integrità da parte degli amministratori pubblici.

Queste le conclusioni dell'Indice annuale di Transparency International, relativo al 2020 e pubblicato nei giorni scorsi. In buona parte degli stati del Sud-est Europa la situazione è in ulteriore peggioramento rispetto all'anno scorso.

Il passo indietro più evidente è quello della Bosnia Erzegovina, che in dodici mesi ha perso dieci posizioni a livello globale, ed oggi si attesta al 111esimo posto su 180 paesi analizzati. Sullo stesso gradino della scomoda classifica è anche la Macedonia del nord, che è scivolata indietro di cinque posizioni rispetto al 2019.

A segnare un'ulteriore aumento della corruzione percepita sono anche il Kosovo, oggi a 104esimo posto, e la Serbia, passata dal 91esimo al 94esimo, la posizione più bassa registrata dal paese dal 2012.

Il rapporto si sofferma sulla situazione serba, sottolineando che anche la pandemia da Covid-19 ha reso le condizioni generali più difficili anche viste alcune controverse decisioni del governo, come la sospensione del parlamento e il tentativo reiterato di mettere a tacere la stampa indipendente.

Nella graduatoria di Transparency International restano stabili il Montenegro e la Croazia, rispettivamente al 67simo e 63simo posto. Un leggero miglioramento invece viene registrato in Albania, che sale di due posizioni fino al 102esimo posto, e alla Grecia, che in un anno passa dal 60simo al 59simo.

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