E' attesa per inizio settimana prossima una decisione di Belgrado sulla proposta di accordo sulla normalizzazione dei rapporti col Kosovo, mediata dall'Alto rappresentante UE per gli Affari Esteri Catherine Ashton, da cui dipende l'adesione della Serbia nell'Unione europea. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [7 aprile 2013]
Sono ore concitate nelle stanze del potere a Belgrado. Dopo la fumata nera di martedì scorso a Bruxelles nell'ultimo round negoziale tra Serbia e Kosovo, Catherine Ashton ha annunciato che non ci saranno nuovi incontri trilaterali, e a chiesto a Pristina e Belgrado di fornire al più presto una risposta al pacchetto di accordi emerso nell'incontro.
Per il governo serbo, la situazione è estremamente delicata: dall'accoglimento di un compromesso sul Kosovo, dipende infatti l'ottenimento o meno di una data per l'apertura dei negoziati di adesione della Serbia all'Unione europea.
Le posizioni di Pristina e Belgrado restano però lontane soprattutto sul destino del Kosovo settentrionale, regione a larga maggioranza serba, e sulla natura della nascente “Associazione delle municipalità serbe in Kosovo”, che la Serbia vuole dotata di poteri di controllo su polizia e giustizia, richiesta che il governo kosovaro ha però definito “inaccettabile”.
Il primo ministro serbo Ivica Dacic ha dichiarato “non ci chiedono di trattare, ma di capitolare”, aggiungendo però che un eventuale rifiuto non porterebbe a nulla di buono, e che “la Serbia deve scegliere il male minore”.
Secondo la tv nazionale serba, la risposta di Belgrado dovrebbe arrivare dopo l'assemblea della direzione del Partito progressista, forza di maggioranza relativa nell'esecutivo serbo, prevista per lunedì 8 aprile.
Sull'altra sponda il premier kosovaro Hashim Thaci, consapevole del supporto di Stati Uniti ed Unione europea, è apparso più rilassato. Thaci ha parlato di “decisione difficile”, ribadendo però di sperare in una soluzione positiva. “In caso di mancato accordo”, ha detto Thaci, “non ci saranno vincitori, ma soltanto sconfitti”.