Un migrante, forse afgano, è morto ieri sera in Bulgaria colpito dal proiettile esploso da una agente di frontiera. Le autorità bulgare parlano di “incidente”. Il servizio di Francesco Martino (OBC) per il GR di Radio Capodistria [16 ottobre 2015]
Per la prima volta - dall'inizio dell'attuale emergenza profughi in Europa – un migrante è rimasto ucciso da colpi esplosi da agenti di frontiera di un paese dell'Unione europea.
E' successo nei pressi di Sredets, cittadina bulgara a trenta chilometri dal confine bulgaro-turco. Secondo le informazioni rese note dal ministero degli Interni di Sofia, intorno alle 22 di ieri una pattuglia della polizia di frontiera avrebbe intercettato un gruppo di 54 persone che avevano attraversato in modo irregolare il confine tra Turchia e Bulgaria.
Secondo le autorità bulgare, i migranti avrebbero opposto resistenza agli agenti. Uno dei poliziotti avrebbe quindi sparato in aria ma, in modo non imprecisato dalla polizia, il colpo avrebbe poi colpito “di rimbalzo” uno dei fermati, che sarebbe poi deceduto durante il trasporto in ospedale.
Al momento la polizia sta interrogando gli altri membri del gruppo, che si sono dichiarati cittadini afgani, mentre le autorità giudiziarie hanno aperto un fascicolo per fare luce sull'accaduto. Dopo aver ricevuto la notizia, il premier bulgaro Boyko Borisov ha deciso di lasciare il consiglio europeo in corso a Bruxelles e di tornare d'urgenza a Sofia.
Pur non al centro del flusso migratorio lungo la “rotta balcanica”, la Bulgaria resta un importante paese di transito per migliaia di migranti e profughi in viaggio verso i paesi ricchi dell'Europa centrale. Proprio per controllare il fenomeno, Sofia sta ultimando una barriera di rete e filo spinato lungo la frontiera con la Turchia.
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