Aleksandar Vučić - Wikimedia commons

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Il presidente serbo Aleksandar Vučić  in un editoriale  invita ad aprire un nuovo dialogo nazionale sulla questione Kosovo. Reazione positiva da Pristina, ma è presto per parlare di un cambio di rotta. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [25 luglio 2017]

“E' tempo di essere realistici, non vogliamo cedere quello che è nostro, ma non possiamo aspettarci di riavere quanto abbiamo perso da lungo tempo". Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha scelto le pagine del quotidiano “Blic” per riaprire la discussione sul destino del Kosovo.

Per Vučić, autore di un editoriale pubblicato lo scorso lunedì, è arrivato il momento di “tirare fuori la testa dalla sabbia” e iniziare “un dialogo nazionale” sulla spinosa questione. “Serbi e albanesi”, ha scritto il presidente serbo “devono trovare una soluzione permanente, che escluda la possibilità di nuovi conflitti”.

Il Kosovo ha dichiarato la propria indipendenza da Belgrado nel febbraio 2008, ed è stato finora riconosciuto da 114 paesi. La Serbia continua però a ritenerlo parte integrante del proprio territorio, posizione condivisa da Russia, Cina e da cinque paesi dell'Unione europea.

L'apertura di Vučić, in passato su posizioni oltranziste sull'argomento, è stata accolta con favore dal ministro degli Esteri kosovaro Enver Hoxhaj, secondo il quale un'eventuale riconoscimento dell'indipendenza da parte di Belgrado aprirebbe le porte a “riconciliazione, cooperazione regionale, e integrazione europea” per entrambi i contendenti.

In molti dubitano però che le parole di Vučić rappresentino un cambio di rotta radicale, ma sospettano che si tratti di una mossa tattica per preparare l'opinione pubblica a nuovi dolorosi compromessi. Belgrado e Pristina sono impegnati in un processo di normalizzazione dei rapporti reciproci, facilitato dall'Unione europea, che negli ultimi anni ha però subito un forte rallentamento, fino ad arenarsi o quasi.

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