E' il centro-destra dell'ex-premier Boyko Borisov il vincitore delle elezioni parlamentari anticipate in Bulgaria, che supera un redivivo Partito socialista. Entrano nazionalisti e populisti, incertezza sulla formula di governo. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [27 marzo 2017]
Ha vinto ancora una volta Boyko Borisov, leader del movimento di centro-destra GERB. Dopo essersi dimesso lo scorso novembre, in seguito alla cocente sconfitta alle presidenziali, Borisov torna in sella forte del risultato ottenuto ieri dal suo partito, che col 32% dei consensi si è confermata prima forza nel prossimo parlamento di Sofia.
Nonostante le speranze della vigilia e i sondaggi che preannunciavano un testa a testa, si è invece fermata invece al 27% la rincorsa del Partito socialista, che fa comunque segnare il raddoppio dei voti dal 2014 e promette opposizione dura.
Al momento, con lo spoglio non ancora terminato, altri tre partiti superano con certezza la soglia di sbarramento del 4%: i “Patrioti Uniti”, coalizione di partiti nazionalisti ed euroscettici, il DPS, che rappresenta la minoranza turca in Bulgaria e “Volontà”, progetto populista del controverso imprenditore Veselin Mareshki, ribattezzato “il Donald Trump bulgaro”.
Sembrano invece fuori dai giochi le formazioni destra liberale e pro-europea, presentatesi separate agli elettori, così come il movimento DOST, sponsorizzato dal presidente turco Recep Tayyp Erdoğan.
Ora la prospettiva più credibile per il prossimo governo è quella di una coalizione tra GERB e i partiti nazionalisti, con l'opzione di coinvolgere anche il movimento di Mareshki.
Una scelta che sembra obbligata, ma che appare non priva di contraddizioni: il sostegno diretto di nazionalisti e populisti potrebbe complicare il rapporto di Borisov con l'Unione europea: un elemento da non sottovalutare vista l'importanza dei fondi strutturali europei per la Bulgaria.