Bandiere albanesi - Wikimedia Commons

Bandiere albanesi - Wikimedia Commons

Torna il fantasma della “Grande Albania” tra Tirana, Pristina e Belgrado. I premier di Albania e Kosovo parlano di “possibile unione” in caso di blocco dell'integrazione europea, dura la reazione da parte serba. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [21 aprile 2017]

 

E' scontro aperto tra Tirana, Pristina e Belgrado, dopo le dichiarazioni di Edi Rama ed Hashim Thaçi, premier di Albania e Kosovo, sulla possibilità che i due paesi possano unirsi in futuro. La polemica è stata innescata da una recente intervista di Rama al quotidiano “Politico”: “se le prospettive di integrazione europea dei Balcani tramontassero, l'unione tra Albania e Kosovo potrebbe diventare realtà”, è il messaggio inviato da Rama.

Una posizione ripresa dall'omologo kosovaro Hashim Thaçi, che ha ribadito la frustrazione di Pristina sul disimpegno europeo in materia di integrazione dei Balcani, avvertendo poi che “senza l'obiettivo UE, gli albanesi vorranno vivere uniti in un solo paese”.

Dichiarazioni che sembrano dirette innanzitutto alle proprie opinioni pubbliche, con Rama che si prepara alle elezioni generali del prossimo 18 giugno, e a Bruxelles, come strumento di pressione verso un'Unione europea che sembra aver messo in congelatore le promesse di inclusione dei Balcani.

La provocazione è stata però subito raccolta in Serbia, che non riconosce l'indipendenza di Pristina e considera il Kosovo come parte integrante del proprio territorio. Il premier serbo Aleksandar Vučić ha replicato che il progetto di “Grande Albania” non ha alcuna chance di riuscita, invitando Bruxelles ad intervenire in modo esplicito contro le posizioni di Rama e Thaçi.

Lapidario il ministro degli Esteri serbo Ivica Dačić: “l'unione tra Kosovo e Albania è solo un sogno. Nei Balcani, però”, ha concluso Dačić, “i sogni spesso si trasformano in incubi”.

Vai al sito di Radio Capodistria