Nuova austerità per la Grecia. E' quanto emerge dalla finanziaria per il 2016 presentata dal nuovo governo Tsipras, che però promette di rilanciare il paese e combattere le disuguaglianze. Il servizio di Francesco Martino (OBC) per il GR di Radio Capodistria [6 ottobre 2015].
Non è finita la stagione dell'austerità in Grecia. Il governo della sinistra radicale di Alexis Tsipras, emerso vincitore dalle elezioni anticipate dello scorso 20 settembre, ha presentato la bozza di finanziaria per il 2016 che prevede privatizzazioni, ulteriori tagli alla spesa pubblica e nuove tasse.
Le misure, che si innestano su un sistema economico debilitato dalla crisi, sono necessarie per assicurare al paese un nuovo prestito da 86 miliardi di euro. Proprio sul prestito - e sulle misure di austerità che lo accompagnano - Tsipras aveva chiamato i greci ad un referendum lo scorso luglio. Nonostante la vittoria del “no”, di cui egli stesso era fautore, Tsipras aveva poi accettato i termini dei creditori internazionali: una mossa che aveva portato alla caduta dell'esecutivo e a nuove elezioni.
Intanto, le previsioni del governo sull'economia greca restano critiche. Per il 2015 il Prodotto interno lordo dovrebbe contrarsi del 2,3%, mentre per l'anno prossimo dovrebbe calare di un ulteriore 1,3%. Allo stesso tempo, il debito pubblico dovrebbe toccare il 198% del PIL, contro l'attuale 187%.
Il prezzo politico della nuova finanziaria rischia di essere alto per un partito che è arrivato al potere promettendo un rifiuto netto delle misure di austerità. Tsipras ha giustificato la decisione parlando di “misure necessarie”. Al tempo stesso, il premier greco ha promesso di lottare per “il ritorno alla giustizia sociale” e per porre le basi ad una rinascita nazionale.
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