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Russia ed Alleanza atlantica hanno interrotto ogni forma di cooperazione e non comunicano: una situazione estremamente pericolosa che rievoca atmosfere da Guerra Fredda. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [19 aprile 2019]

La Russia ha interrotto ogni forma di cooperazione con la Nato: è quanto annunciato ad inizio settimana dal vice-ministro degli Esteri russo Alexander Grushko.

Il raffreddarsi nelle relazioni tra Mosca e l'Alleanza atlantica parte da lontano: i rapporti bilaterali hanno iniziato a deteriorarsi con la guerra in Ossezia tra Russia e Georgia nel 2008, per poi collassare nel 2014 con l'occupazione e successiva annessione della Crimea da parte di Mosca, a cui la Nato ha risposto interrompendo la cooperazione sia sul piano militare che civile.

La tensione è cresciuta ulteriormente quando, lo scorso febbraio, l'amministrazione Trump ha annunciato di voler recedere dal trattato di non proliferazione nucleare firmato nel 1987 dai presidenti Reagan e Gorbacev, una mossa che ha fatto temere una possibile nuova corsa agli armamenti tra Washington e Mosca, che detengono più del 90% delle testate atomiche a livello planetario.

L'attuale vicolo cieco ha suscitato non poche preoccupazioni da entrambe le parti. “Durante la Guerra Fredda, parlavamo, eravamo in grado di capire i segnali che arrivavano dall'altra parte”, ha recentemente dichiarato all'Associated Press il generale Curtis Scaparrotti, comandante in capo delle forze Nato in Europa. “Oggi”, ha concluso Scaparrotti, “non sono sicuro che questo sia ancora vero”.

Secondo Grushko, già ambasciatore russo presso l'Alleanza atlantica dal 2012 al 2018, l'attuale situazione rievoca rischi di conflitto tra Russia e Nato, una prospettiva che secondo Grushko “rappresenta una catastrofe immane, come spero ci si renda conto sia a Washington che a Bruxelles”.

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