Investita in pieno dalla guerra in Ucraina, la Turchia – che intesse buoni rapporti sia con Kiev che con Mosca, gioca la carta dell'equilibrio, ed è diventa sempre più rifugio per i cittadini e gli oligarchi russi in cerca di un porto sicuro. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [17 aprile 2022]
E' arrivato sabato nel porto di Göcek in Turchia sud-occidentale, il mega-yacht “Clio”, ritenuto proprietà dell'oligarca russo Oleg Deripaska, fondatore del gigante dell'alluminio “Rusal”.
Il vascello non è il primo yacht di super-lusso associato ad oligarchi russi ad aver accostato alle coste turche nel tentativo di scampare ai sequestri disposti da numerosi paesi occidentali dopo l'invasione dell'Ucraina voluta dal presidente Vladimir Putin.
Nelle settimane scorse anche due natanti del più famoso Roman Abramovich - ex proprietario della squadra di calcio londinese del Chelsea, ed attivo negli sforzi di negoziato tra Mosca e Kiev, avevano gettato le ancore in porti turchi.
Dall'inizio delle ostilità la Turchia, pur essendo un membro Nato, ha aperto le porte agli oligarchi russi, che starebbero trasferendo nel paese una parte non indifferente delle proprie ingenti risorse.
Secondo il Wall Street Journal, molti cittadini russi investono nel settore immobiliare turco anche per usufruire della possibilità – garantita da una normativa locale – di poter acquisire in fretta un passaporto turco dopo acquisti superiori ai 250mila dollari.
Insieme ai miliardari, in Turchia si sono rifugiati nelle settimane scorse anche molti russi che non approvano l'attacco all'Ucraina iniziato lo scorso 24 febbraio.
Investita dalla guerra tra Russia e Ucraina, con cui condivide le coste del Mar Nero, la Turchia garantisce importanti forniture militari a Kiev, ma al tempo stesso tenta di mantenere aperti i canali di comunicazione con Mosca, a cui è legata da forti interessi economici ed energetici.
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