Belgrado - Nikola Barbutov/Shutterstock

Nei Balcani occidentali l'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 al momento sembra sotto controllo, ma le conseguenze sociali ed economiche della pandemia si preannunciano pesanti, soprattutto per le fasce più deboli. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [3 giugno 2020]

Il Montenegro si è dichiarato primo paese “Covid free” in Europa: è dal 24 maggio, infatti, che nessun nuovo caso di coronavirus viene registrato nel paese. E seppure con modalità diverse, tutti i paesi dei Balcani occidentali si apprestano a tornare a una situazione di normalità post-pandemia.

Ma se la crisi sanitaria sembra sotto controllo, le conseguenze economiche e sociali di mesi di lockdown saranno pesanti in tutta l'area. E' la Banca mondiale, nel suo ultimo rapporto , a lanciare l'allarme per i prossimi, difficili mesi.

Nello scenario migliore, senza nuove ondate pandemiche, nel 2020 l'economia dei Balcani occidentali dovrebbe contrarsi di almeno il 3%. I paesi più svantaggiati sono quelli dipendenti dal turismo, come Montenegro ed Albania, che dovrebbero registrare cali di oltre il 5%.

Il rallentamento dell'economia colpirà a largo spettro: scenderanno sia le entrate che le spese delle famiglie, con un forte aumento della disoccupazione su base annua. A calare saranno anche le rimesse degli emigranti, tradizionale carburante delle economie balcaniche, che faranno registrare un -10%.

Tutte condizioni che rischiano di creare un terremoto sociale visto che, secondo lo studio, almeno 400mila persone nella regione potrebbero cadere in povertà, mentre anche la classe media rischia di contrarsi notevolmente.

Anche perché, come ricorda la Banca, nei Balcani occidentali il peso di lavoratori autonomi e impiegati nel settore informale è alto: tutti soggetti che rischiano di restare esclusi dai programmi di protezione sociale lanciati in queste settimane dai governi dell'area.

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