Aumenta il numero di profughi siriani in cerca di asilo politico in Bulgaria. Sofia, in crescente difficoltà, ha deciso di innalzare una barriera al confine con la Turchia, per tentare di limitare gli arrivi. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [20 ottobre 2013]
Sono ormai più di 6500 i profughi e richiedenti asilo, in grandissima parte in fuga dal conflitto siriano, entrati in Bulgaria alla ricerca di un porto sicuro dopo aver varcato il confine che separa il paese dalla Turchia.
Secondo le stime del ministero degli Interni di Sofia, nei prossimi mesi sono previsti ulteriori tremila arrivi al mese, per arrivare entro la fine del 2013 a 11mila presenze potenziali. Per la Bulgaria, paese dalle risorse economiche e amministrative limitate e senza esperienze pregresse in fatto di accoglienza, la situazione diventa ogni giorno più difficile da gestire.
Imitando quanto già fatto in passato dal governo greco, e nella speranza di limitare almeno in parte il flusso in arrivo, l'esecutivo di Sofia ha approvato la settimana scorsa la controversa decisione di costruire una barriera di circa 30 chilometri nei pressi alla cittadina di Elhovo, il tratto di confine con la Turchia più difficilmente controllabile dalle pattuglie bulgare: un'opera che dovrebbe costare circa 2 milioni e mezzo di euro.
I profughi siriani sono ormai da settimane al centro del dibattito pubblico bulgaro, dibattito segnato da una crescente polarizzazione politica, tra chi sottolinea l'obbligo internazionale e morale di aiutare chi fugge dal conflitto e chi ritiene che l'arrivo di esuli rappresenti un forte rischio per la sicurezza nazionale bulgara.
Nei giorni passati, alcuni reportage giornalistici hanno riacceso la discussione, mostrando le condizioni di estrema indigenza in cui sono costretti a vivere i profughi raccolti nei campi di accoglienza allestiti in tutta fretta dalle autorità bulgare.
Le successive polemiche hanno portato alle dimissioni del direttore dell'agenzia nazionale per i rifugiati, mentre l'opposizione di centrodestra ha annunciato una possibile mozione di sfiducia all'attuale governo a guida socialista proprio sulla gestione dell'emergenza profughi, giudicata largamente insufficiente.