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Con l'arrivo della prima neve, si fa drammatica le situazione dei quasi 10mila rifugiati e richiedenti asilo arrivati in Bulgaria da inizio dell'anno. Le dimensioni del fenomeno hanno travolto le fragili capacità di risposta del governo di Sofia. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [26 novembre 2013]

 

Si fa sempre più difficile la situazione per le migliaia di rifugiati e richiedenti asilo - in arrivo soprattutto dalla Siria dilaniata dalla guerra civile - che hanno scelto la Bulgaria come rifugio e porta d'ingresso all'Unione europea.

Il numero dei rifugiati arrivati attraverso la Turchia nel paese balcanico da inizio 2013 ha ormai raggiunto quasi 10mila unità. Un flusso che ha messo in crisi le fragili capacità di risposta del governo di Sofia, che ha creato in fretta e furia una serie di centri di accoglienza in cui le condizioni di vita sono ai limiti della vivibilità, e la cui capacità è stata ampiamente superata da settimane.

La situazione è critica soprattutto nel campo aperto a inizio novembre ad Harmanli, nella Bulgaria sud-orientale, all'interno di strutture semi-abbandonate dell'esercito. Pensato per non più di 450 persone, il campo ospita oggi più di 1200 rifugiati, molti dei quali costretti a vivere in tende dell'esercito, senza energia elettrica ed acqua corrente ed in pessime condizioni igeniche.

Dopo una recente visita, “Medici senza frontiere” ha definito “spaventosa” la condizione dei campi in Bulgaria, denunciando la mancanza di cure sanitarie regolari e il fatto che molte famiglie ricevano quantità di cibo insufficienti. Ora, con l'arrivo della prima neve e di temperature sotto lo zero, le condizioni dei rifugiati si fanno ancora più drammatiche.

Il governo bulgaro continua intanto a chiedere a gran voce solidarietà e supporto economico da parte dell'Unione europea. Per fronteggiare l'emergenza e limitare il numero di arrivi Sofia ha poi annunciato la costruzione di una barriera di trenta chilomentri al confine con la Turchia, che dovrebbe essere pronta per il prossimo marzo. Nel frattempo, in attesa della sua realizzazione, l'esecutivo ha già schierato più di mille poliziotti a guardia della frontiera.

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