Bloccata la "rotta balcanica" per i rifugiati che non fuggono da Siria, Afghanistan e Iraq. Per Slovenia, Croazia, Serbia e Macedonia i cittadini di altri paesi sono “migranti economici” e verranno respinti. Francesco Martino (OBC) per il GR di Radio Capodistria [20 novembre 2015]
La prima a muoversi è stata la Serbia, che nel pomeriggio di mercoledì scorso ha annunciato che nel paese possono ora entrare soltanto rifugiati e richiedenti asilo che provengono da Siria, Afghanistan e Iraq. Poi si è mossa la Macedonia, che ha annunciato misure equivalenti e ha fatto i primi passi per alzare una barriera al confine con la Grecia.
A seguire, sono arrivati gli annunci di Croazia e Slovenia: i cittadini di paesi come il Marocco, il Bangladesh, lo Sri Lanka, l'Algeria, il Congo o il Pakistan da oggi verranno considerati “migranti economici” e come tali verranno respinti alle frontiere.
La decisione a catena, come un effetto domino, sottolinea le forti preoccupazioni di tutti i paesi lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, percorsa quest'anno da centinaia di migliaia di profughi e migranti per cercare rifugio nei paesi dell'Europa centrale, Germania in testa.
Con l'inverno alle porte, il timore è quello di non riuscire a gestire la presenza sul medio e lungo periodo di un alto numero di migranti, che fino ad oggi, grazie alla relativa permeabilità delle frontiere, hanno avuto la possibilità di raggiungere la propria destinazione finale.
Reazioni fortemente negative sono arrivate dall'Alto commissariato ONU per i rifugiati. Per l'UNHCR, la discriminazione alle frontiere sulla base esclusiva della nazionalità è assolutamente inaccettabile. “Ad ogni rifugiato deve essere garantito il diritto, che è personale, di poter presentare la propria domanda di protezione umanitaria”, ha ricordato Melita Sunijć, portavoce dell'organizzazione.
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