Resta alta la tensione al confine tra Grecia e Turchia, dove centinaia di migranti tentano di attraversare la frontiera: la settimana prossima il presidente turco Erdoğan incontrerà ad Istanbul Emmanuel Macron ed Angela Merkel. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [13 marzo 2020]
Scaramucce, lancio di fumogeni e bottiglie molotov: sul confine tra Grecia e Turchia la tensione in questi giorni resta alta: da una parte le forze di sicurezza elleniche, dall'altra migliaia di rifugiati e migranti che tentano di entrare in Europa.
Da fine di febbraio, quando il presidente turco Recep Erdoğan ha annunciato l'apertura delle frontiere, le autorità elleniche hanno respinto 45mila persone, di cui almeno cinquecento soltanto nella giornata di ieri.
Per Erdoğan la Turchia, che già ospita più di tre milioni e mezzo di rifugiati siriani, non può reggere il peso di una nuova ondata migratoria dalla martoriata regione di Idlib e ha invitato la Grecia ad aprire le frontiere. Atene accusa invece Erdoğan di speculare sulla pelle dei migranti per estorcere l'appoggio dell'UE nella partita siriana.
Lunedì scorso Erdoğan era a Bruxelles per cercare un'intesa con i leader dell'Unione europea, ma l'incontro è sfociato in un nulla di fatto: l'UE vuole il rispetto dell'accordo bilaterale sulla gestione dei flussi migratori firmato con Ankara nel 2016, la Turchia lo ritiene invece superato dagli eventi.
Nuovo tentativo martedì prossimo ad Istanbul, dove Erdoğan incontrerà il presidente francese Emmanuel Macron e la premier tedesca Angela Merkel, emergenza coronavirus permettendo. Nel frattempo l'UE offre duemila euro a persona ai migranti che si trovano in Grecia e decidono di tornare volontariamente a casa: una mossa dettata dalla necessità di allegerire il peso sui sovraccarichi centri di accoglienza greci, che rischiano di esplodere.
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