Balcani occidentali - Pixabay

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Riuniti giovedì a Sarajevo i premier dei Balcani occidentali: il forum ha ribadito la volontà della regione di proseguire il processo di integrazione europea, nonostante il persistere di tensioni nell'area. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [17 marzo 2017]

Sulla carta nulla è cambiato: nonostante il riacutizzarsi di tensioni che sembravano retaggio del passato, i Balcani occidentali ribadiscono la propria volontà di far parte dell'Unione europea, e l'apertura – almeno formale – ad impegnarsi in una collaborazione regionale più profonda.

Questo il messaggio che arriva dal vertice tenuto giovedì scorso a Sarajevo, con la partecipazione dei premier di Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia, Kosovo ed Albania, insieme al commissario UE all'Allargamento Johannes Hahn e al ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano.

L'incontro, passaggio importante nella preparazione del summit di Trieste del prossimo luglio, parte del cosiddetto “Processo di Berlino”, voluto per rilanciare la prospettiva europea della regione, ha visto soprattutto temi economici al centro del dialogo.

I rappresentanti dei sei paesi hanno preso in esame tredici progetti infrastrutturali, finanziati anche dall'UE, che valgono 825 milioni di euro. E' stata poi rilanciata l'idea di uno mercato comune regionale, che con i suoi 20 milioni di consumatori potrebbe attirare interessi e investimenti importanti.

Secondo Hahn, un “mercato comune balcanico”, avrebbe un forte impatto sulla pesante situazione occupazionale dell'area, col potenziale di creare almeno 80mila posti di lavoro.

I leader dei paesi dei Balcani occidentali infine hanno ribadito la promessa di proseguire nelle riforme, e di non ostacolarsi a vicenda nel percorso verso l'UE: un'affermazione importante, ma messa parzialmente in ombra dal riacutizzarsi di numerosi contrasti bilaterali che hanno afflitto l'area negli ultimi mesi.

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