Col giuramento pronunciato oggi nel parlamento di Ankara, il premier uscente Recep Tayyp Erdoğan diventa il dodicesimo presidente della Repubblica di Turchia, il primo ad essere stato scelto direttamente dagli elettori. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [28 agosto 2014]
Davanti ad ospiti e rappresentanti diplomatici di più di novanta paesi, il premier uscente Recep Tayyp Erdoğan è divenuto ufficialmente il dodicesimo presidente della Repubblica di Turchia, succedendo così compagno di partito Abdullah Gül, che ha concluso il suo secondo mandato.
Vero mattatore della politica turca nell'ultimo decennio, Erdoğan ha trionfato nelle prime consultazioni dirette per eleggere il nuovo capo dello stato, tenute il 10 agosto. Una vittoria ampiamente prevista e arrivata direttamente al primo turno.
Il giuramento pronunciato da Erdoğan in parlamento, ha però evidenziato ancora una volta la profonda spaccatura ideologica che divide la Turchia. Mentre i deputati dell'AKP - il partito islamico-moderato guidato da Erdoğan – salutavano il giuramento con un lungo applauso, il CHP, partito laico e principale forza dell'opposizione, abbandonava l'Assemblea nazionale in segno di protesta.
Erdoğan ha già annunciato di voler ampliare i poteri del capo dello Stato - fino ad oggi figura prevalentemente cerimoniale - per restare al centro della vita politica e costruire quella che ha definito più volte una “nuova Turchia”. Un disegno che le opposizioni denunciano come autoritario ed antidemocratico.
Con Erdoğan presidente, a prenderne il posto come primo ministro e leader dell'AKP è Ahmet Davutoğlu, alleato di Erdoğan e protagonista dell'accresciuto ruolo internazionale della Turchia nel ruolo di attivissimo ministro degli Esteri, ricoperto a partire dal 2009. Una scelta che rappresenta un compromesso - tra voglia di continuità e spinte al cambiamento.
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