Non si ferma in Turchia la protesta degli studenti dell'Università Boğaziçi, ad Istanbul, che manifestano da settimane contro la nomina del nuovo rettore, imposta dal presidente Erdoğan per decreto. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [8 febbraio 2021]
Si riuniscono da settimane nel campus universitario, rivolgendo teatralmente le spalle all'ufficio del nuovo rettore. E' così che studenti e docenti dell'Università Boğaziçi di Istanbul protestano contro la nomina di Melih Bulu, voluta per decreto dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ad inizio 2021.
La decisione viene rigettata da chi protesta come il tentativo da parte di Erdoğan di mettere sotto il proprio controllo anche il mondo dell'università, dopo aver stretto sempre di più le maglie del proprio regime autoritario a partire dal fallito golpe anti-governativo del 2016.
Tanto più che l'Università Boğaziçi, fondata nel 1863 come Robert College, prima istituzione universitaria americana all'estero, e oggi una delle più prestigiose nel paese, è nota per il suo orientamento liberale e pro-occidentale.
Le proteste contro l'imposizione di Bulu, uomo d'affari legato al Partito della Giustizia e dello Sviluppo di Erdoğan - al potere in Turchia dal 2002 – si sono allargate presto ad altre città, come la capitale Ankara, Izmir e Bursa, dove in molti hanno mostrato la propria insoddisfazione battendo pentole e tegami alle finestre, come era già successo nel 2013 durante le lunghe proteste a difesa del Gezi Park a Istanbul.
Da gennaio centinaia di persone sono state arrestate dalla polizia, che in alcune occasioni si è anche scontrata con i manifestanti. Il contrasto si è poi ulteriormente esacerbato dopo che membri del governo hanno utilizzato linguaggio discriminatorio nei confronti degli studenti, “colpevoli” di essere parte del movimento LGBT a difesa dei diritti delle minoranza sessuali.
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