Gli ultimi della Grande Guerra: memoria in rete

Colonna di prigionieri russi che trasportano materiale sul ghiacciaio dell'Ortles

Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Caritro , intende riportare alla luce una vicenda poco nota – quella dei prigionieri di guerra serbi e russi impiegati sul fronte alpino come manodopera coatta nel corso della Prima guerra mondiale – e coinvolgere gli studenti in un percorso attivo di apprendimento.

Ultimi ingranaggi dello sforzo bellico allora, oggi i prigionieri di guerra sono ultimi nel ricordo: a più di cento anni dalla fine della guerra, resta infatti ancora semisconosciuta l'esperienza di migliaia di prigionieri russi e serbi impiegati dall’esercito austro-ungarico sul fronte trentino. Migliaia di persone, nelle condizioni più estreme, costruirono forti, trincee e baraccamenti in alta quota, ma anche numerose infrastrutture, come le linee ferroviarie della val di Fiemme e della val Gardena, la strada della val Badia e tratti della strada della Valsugana. La memoria pubblica ha concesso poco spazio alla loro vicenda ma tracce della loro presenza sono rimaste nel paesaggio e nella toponomastica: il “sentiero dei Serbi” in Vallagarina, la “strada dei russi” in val S. Nicolò, la cosiddetta “strada del sangue” nella val d’Adige.  Il progetto “Gli ultimi della Grande Guerra” intende proporre una prospettiva inedita su questa vicenda, utile a comprendere la profondità della guerra totale contemporanea. 

Il progetto è articolato in diverse attività che vedranno protagonisti, in momenti e con ruoli diversi, le realtà proponenti: una ricerca storica sui prigionieri serbi e russi in Trentino durante la Grande Guerra; la realizzazione di una mostra fotografica al Museo della Guerra e di pannelli illustrativi a Forte delle Benne; la realizzazione di una “mappa interattiva” indicante la presenza e i luoghi di impiego dei prigionieri in Trentino; la pubblicazione di un articolo scientifico sugli “Annali” del Museo della Guerra; una serie di incontri e di attività con le scuole del territorio.

La proposta formativa vedrà coinvolte tre classi di scuole secondarie di secondo grado trentine che parteciperanno gratuitamente ad un percorso che prevede l’utilizzo di modalità didattiche innovative, partecipative e multimediali. Ad una lezione storica introduttiva sul tema della prigionia di guerra in Trentino e sull’esperienza dei prigionieri serbi e russi sul fronte alpino, seguiranno alcuni laboratori Wikipedia finalizzati a realizzare nuove voci o ampliarne di esistenti. Il percorso si concluderà con un convegno storico-didattico che porrà la memoria in relazione al contesto odierno. Il seminario sarà l’occasione per gli studenti di mostrare il loro lavoro, ma offrirà anche l’occasione per riflettere sull’evoluzione del rapporto con l’“altro” in Trentino, spingendo la riflessione fino alla situazione attuale, che vede una sempre maggiore presenza di cittadini stranieri impiegati sul nostro territorio.

Il progetto è promosso dal Museo Storico Italiano della Guerra in collaborazione con Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e in partenariato con l’Associazione culturale Forte delle Benne, la Fondazione Edmund Mach e Centro Astalli Trento

 
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Testo dell’intervento tenuto a Castellano il 23 Luglio 2022, su invito della Pro Loco di Castellano

Al Cimitero militare austro-ungarico di San Giacomo, a Bolzano, si trovano diverse tombe di soldati bosniaci, contraddistinte da una mezzaluna. Si tratta di tracce presenti in diversi cimiteri della Grande Guerra del Trentino-Alto Adige/ Südtirol, testimoni della presenza tra le file austro-ungariche di reggimenti reclutati in Bosnia Erzegovina, all’epoca ormai annessa ai territori della Corona portata da Francesco Giuseppe.

Migliaia di prigionieri serbi e russi furono condotti a lavorare sul fronte alpino durante il primo conflitto mondiale. Le relazioni con la popolazione locale interrogano più ampiamente sulla guerra novecentesca e sulla solidarietà dal basso

All’interno del progetto per l’Anno dei Museo dell’Euregio 2021 Connessioni montane. Viaggio dalla Guerra al Turismo, il Museo della Guerra in collaborazione con l’Istituto di Storia ed Etnologia Europea e la Biblioteca dell’Università di Innsbruck hanno realizzato un allestimento dal titolo “Funivie. Dalle retrovie del fronte all’uso turistico degli impianti a fune“. Giovedì 18 novembre 2021, online.

Domenica 5 settembre 2021 “Viaggiare i Balcani” organizza un viaggio studio di un giorno a Rovereto e Levico Terme. L’iniziativa si ispira al progetto condotto dallo storico Marco Abram nel quadro di OBCT e in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto

A breve verrà pubblicata sugli Annali del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto un saggio a firma dello storico di OBC Transeuropa Marco Abram, mentre sempre negli spazi espositivi del Museo, viene inaugurata il 25 giugno una mostra sul tema visitabile fino al 19 settembre 2021

Furono migliaia i prigionieri di guerra - soprattutto russi ma anche serbi e rumeni - ad essere impiegati in Tirolo durante la Prima guerra mondiale. Una fotogalleria a cura di Marco Abram, ricercatore di OBC Transeuropa

Una foto in posa, come quelle che si facevano all’epoca, cercando di raccontare storie di vita attraverso i dettagli di scatti il più possibile curati. Siamo ad Alba di Canazei, nel mezzo delle Dolomiti della Val di Fassa asburgica, ed è il 1917.

Il Museo Storico Italiano della Guerra nell'ambito del progetto, presenta il saggio di Marco Abram, storico e ricercatore presso Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, che offre una riflessione sulla presenza e l’esperienza delle migliaia di prigionieri di guerra serbi e russi impiegati dall’esercito austro-ungarico sul fronte alpino come manodopera coatta nel corso della Prima guerra mondiale.

Prigionieri di guerra, lavoro coatto e popolazione civile in Trentino 1915-1918: una ricognizione introduttiva

a cura di Marco Abram,
supplemento “Annali. Museo Storico Italiano della Guerra”, n. 28/2020, 2021

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Il lavoro illustra la presenza dei prigionieri attraverso una raccolta preliminare delle segnalazioni disseminate nell’ampia bibliografia disponibile sulla Grande guerra in Trentino. La piattaforma si presenta quindi come un contenitore visuale di informazioni che, si auspica, potranno essere integrate, arricchite e sottoposte a ulteriori verifiche. Mappa a cura di Marco Abram

L'istallazione realizzata a Forte Colle delle Benne e curata dal Museo della Guerra di Rovereto, presenta i risultati di una ricerca condotta da OBC Transeuropa, che ha indagato nei toponimi e nei ricordi familiari le labili tracce della presenza dei prigionieri sul territorio trentino e le testimonianze dei loro contatti con la popolazione civile.

Una mostra diffusa per riflettere sullo sviluppo dei trasporti nel Tirolo storico  che vede coinvolti musei e istituzioni accademiche dell’Euregio tra cui OBC Transeuropa