14 ottobre 2014

Il portale di informazione turco Bianet ha raccolto alcune testimonianze di giornalisti che hanno lavorato negli ultimi giorni nei distretti turchi vicini alla Siria durante le manifestazioni in favore di un intervento del governo di Ankara nello scontro contro l'Isis

Fonte: Bianet

Vari giornalisti ci hanno raccontato cosa significhi lavorare con il coprifuoco nella provincia di Diyarbarkir e in altri distretti turchi con città abitate da curdi. Il coprifuoco (a Diyarbarkir, Batman, Dargeçit di Mardin, Derik, Kiziltepe, Nusaybin, Mazidaği, Ömerli, distretto di Savur, regione Erciş di Van e la zona del Kurtulan del Siirt) è stato imposto dopo gli scontri tra i dimostranti pro-Kobane e coloro che si dichiaravano membri dell'Hüda-Par, che ha fatto almeno 18 morti in giro per la Turchia (nella notte tra il 7 ed 8 ottobre, ndr).

Il nostro staff poteva girare solo con permessi stampa del governo”

L'editore del giornale Diyarbarkir Yenigün, Osman Ergün, ha raccontato a Bianet di aver avuto problemi con i propri giornalisti a cui non erano stati dati permessi per la stampa emessi dal governo. “Abbiamo solo tre membri dello staff con questo specifico permesso stampa. Altre 8 persone della nostra squadra sono stati scortati verso il nostro giornale in compagnia di un giornalista in possesso del tesserino rilasciato dal governo”.

Çelik: “Abbiamo dovuto girare tutt'attorno Diyarbarkir per avere informazioni”

Il reporter del Dicle News Agency (DiHA), Ömer Çelik, ha raccontato a Bianet che è diventato estremamente difficile per i reporter avere informazioni su Diyarbarkir.

“Abbiamo avuto la notizia che alcuni uffici del Congresso della Società Democratica (ndt: piattaforma di ong, partiti e organizzazioni della società curda) sono stati colpiti da raid della polizia. C’erano disordini e polizia in borghese dappertutto. Alcune strade sono state bloccate dai blindati della polizia e non ci lasciavano passare. Qualche volta abbiamo dovuto fare lunghi giri per arrivare nei posti dove raccogliere notizie. Abbiamo potuto raggiungere finora solo un ufficio. La polizia ha pure minacciato di confiscare l'auto appartenente ad un nostro collega che non aveva il lasciapassare governativo!” ha raccontato Çelik.

Reporters di AA feriti a Istanbul

Inoltre, a Istanbul, dove nessun coprifuoco è stato imposto, due giornalisti affiliati all'agenzia turca Anadolu (AA) sono stati feriti mentre lavoravano nel distretto Okmeydani. Melik Fırat Yücel e Şebnem Coşkun sono stati feriti da pallottole vaganti mentre stavano facendo un filmato su alcuni negozi in fiamme colpiti da alcune bottiglie molotov.

AA ha rilasciato una dichiarazione affermando di non sapere esattamente da che parte fossero partiti i colpi, venuti comunque dal “lato dei manifestanti”.

Yücel è stato colpito ad una mano e ad una gamba, Coşkun è stato leggermente ferito ad una coscia. Dopo l'incidente, i giornalisti sono stati portati in ospedale dove è stata emessa una prognosi di tre giorni per la loro guarigione.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Safety Net for European Journalists. A Transnational Support Network for Media Freedom in Italy and South-east Europe.

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