18 settembre 2014

Nonostante le iniziative messe in campo da parte delle istituzioni europee la disoccupazione giovanile rimane alta. In Grecia e Croazia supera ancora il 40%. Se ne è discusso al Parlamento europeo

Link: Parlamento europeo

Durante la sessione plenaria del Parlamento europeo dello scorso 17 settembre si è dibattuto degli effetti delle misure europee adottate per frenare la disoccupazione giovanile. Queste ultime erano state varate di fronte alle drammatiche statistiche degli ultimi anni: Grecia e Croazia, assieme alla Spagna, avevano una tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni ben oltre il 40%. Questo dato si confrontava con una media europea di disoccupazione giovanile pari al 23,5%: in sostanza, un giovane europeo su quattro risultava disoccupato.

Di fronte a questo pesante effetto della crisi economica, l'UE aveva pensato di mettere sul tavolo due programmi al fine di arginare quello che è ormai un vero e proprio fenomeno generazionale. Nel gennaio 2013, il Parlamento europeo aveva infatti approvato il cosiddetto “Sistema di garanzia per i giovani”; mentre a fine 2013 si era proceduto all'emanazione dell'”Iniziativa per l'occupazione giovanile”.

L'obiettivo del primo programma era quello di garantire offerte formative continue ai giovani fino ai 25 anni nelle forme di apprendistati e tirocini entro quattro mesi dalla fine dei loro studi. Il secondo metteva a disposizione 3 miliardi di euro dal budget EU ed almeno altri 3 dalle allocazioni nazionali al Fondo Sociale Europeo perché venissero sfruttate nel corso di 2014-2015.

Il tentativo era quello di sostenere in modo rapido alcune regioni degli stati membri con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 20%. Erano risultate elegibili ad esempio due regioni della Croazia come pure tutte quelle dello stato greco e di Cipro. Inoltre anche altri stati balcanici figuravano nell'elenco: per la Romania potevano ricevere fondi 3 regioni, una invece in Slovenia mentre tutte quelle bulgare ad eccezione di quelle sud-occidentali avrebbero potuto presentare azioni dirette per individui e per riforme non strutturali. Il ruolo della Commissione sarebbe stato quello di dare riscontro qualitativo ai piani concreti proposti dagli stati membri per l'attuazione delle iniziative in campo.

Il Parlamento aveva criticato con una risoluzione votata il 17 luglio scorso il lento lancio delle politiche nazionali e mercoledì ha discusso con il commissario László Andor ciò che è stato fatto dagli stati membri dell'UE nell'attuazione di queste due misure anti-crisi. Questo a fronte del fatto che negli ultimi mesi il mercato del lavoro per i giovani in Grecia, Spagna o Croazia non sembra essere cambiato molto. In questi paesi un giovane su due è ancora disoccupato e la situazione in Europa resta stagnante con una disoccupazione giovanile scesa molto leggermente dal 23% di gennaio 2013 al 21,7% del luglio 2014.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament

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