L'agenzia di frontiera dell'UE nega di aver obbligato il team dell'italiana Associazione per gli Studi Giuridici per l'Immigrazione a lasciare la Grecia e tornare in Macedonia del Nord, affermando che è stato seguito il corretto procedimento e che il team ha espresso il desiderio di tornare in Macedonia del Nord
(Pubblicato originariamente da BIRN )
Frontex ha dichiarato a BIRN che sono state seguite tutte le dovute procedure, dopo che l'Associazione italiana per gli studi giuridici sull'immigrazione (ASGI) ha affermato che l'agenzia di frontiera dell'UE e la polizia greca il 6 novembre hanno intercettato una squadra di quattro esperti legali dell'ASGI vicino al villaggio di confine di Idomeni in Grecia e li ha costretti a tornare in Macedonia del Nord.
Frontex ha dichiarato a BIRN che i suoi agenti hanno fermato quattro cittadini italiani vicino al confine con la Macedonia del Nord, per controllare la loro identità e il diritto di essere nell'area.
“Poiché c'era il sospetto che il gruppo avesse attraversato il confine illegalmente, gli agenti di Frontex hanno controllato i loro documenti di identificazione e poi li hanno consegnati agli agenti greci per ulteriori controlli. Successivamente, i cittadini italiani hanno espresso il desiderio di tornare in Macedonia del Nord, dove sono stati accolti,» ha dichiarato.
"Tutte le azioni erano in linea con le procedure e sono state eseguite in modo calmo e rispettoso", ha sottolineato Frontex a BIRN, aggiungendo che si dovrebbero chiedere ulteriori informazioni alle autorità greche.
Questa versione contrasta con quanto dichiarato il 26 novembre a BIRN da un esperto legale italiano, parte del team, subito dopo che ASGI ha segnalato l'incidente alle istituzioni dell'UE.
Ha detto che sono stati costretti a lasciare la Grecia senza una spiegazione.
“Non abbiamo ricevuto documenti che spiegassero perché ci era stato detto di uscire dal paese. Tutto è stato fatto in modo informale. Ovviamente non ci hanno permesso di entrare in contatto con nessun avvocato e nessuna persona che potesse fornirci assistenza legale”, ha detto l'esperto italiano a BIRN, aggiungendo di aver attraversato legalmente il confine al vicino valico, dove avrebbero potuto essere controllati dalla pattuglia che li ha intercettati.
"Dato che la situazione era molto tesa”, ha aggiunto, “non ce la sentivamo di fare telefonate o qualcosa che sarebbe stato considerato inaccettabile dal loro punto di vista”.
Intanto, ASGI ha inviato una richiesta di chiarimenti al Parlamento Europeo, alla Commissione europea, al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al ministero dell'Interno, all'Ambasciata d'Italia ad Atene, all'Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera (Frontex) e al ministro per gli Affari europei.
“Abbiamo inviato a Frontex una lettera ufficiale con richieste specifiche e non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Attendiamo una risposta formale da parte dell'agenzia. Riteniamo importante mantenere il dialogo istituzionale. È già descritto nelle lettere come si è svolto l'evento”, ha detto a BIRN un rappresentante di ASGI.
I media greci non hanno riportato notizia di questo incidente e il ministero della Protezione Civile greco non ha risposto alla richiesta di BIRN di un commento.
Questo tratto di confine, situato lungo la cosiddetta rotta balcanica, è stato sotto i riflettori nel 2016 quando un'ondata di rifugiati e migranti principalmente mediorientali è stata fermata dalla polizia della Macedonia del Nord per evitare che entrasse nel paese, il che ha provocato violenti scontri tra polizia, migranti e i rifugiati.
Idomeni è stato uno dei più grandi campi di fortuna della Grecia, con oltre 13.000 migranti e rifugiati.
Nel maggio 2016, le autorità greche hanno evacuato il campo e trasferito le persone in alloggi alternativi in Grecia, ma da allora questo tratto di confine è rimasto una zona calda, con una forte presenza di forze di sicurezza da entrambe le parti, sostenute da Frontex, per prevenire i frequenti tentativi di attraversamento illegale.