31 gennaio 2018

Un programma che incoraggia la partecipazione dei giovani alla costruzione di un'Europa democratica, solidale ed inclusiva. E che utilizza, per farlo, lo strumento del viaggio

Fonte: Acmos

Il Meridiano d’Europa è un progetto educativo rivolto agli studenti delle scuole superiori, nato nel 2014 ed ideato da un insieme di associazioni, provenienti da nove città diverse d’Italia, federate sotto la sigla “WE CARE”. Le associazione del WE CARE, ovvero, la torinese ACMOS , capofila della rete, insieme a Share (Foligno), Sermais (Novara), PrendiParte (Bologna), 21 Marzo (Verbania), LeDiscipline (Firenze), UVA (Roma), RIME (Trieste), Legalitè (Sarzana) promuovono sui loro territori questo progetto educativo, attraverso una serie di incontri, atti ad incoraggiare la partecipazione dei giovani alla costruzione di un’Europa democratica, solidale e inclusiva, contribuendo così, a livello più generale, a combattere ogni forma di intolleranza, e a promuovere una cultura europea della pace e della multiculturalità. Per raggiungere il suo scopo il progetto consta anche di un viaggio finale in una meta simbolo delle sfide contemporanee dell'Europa, un'esperienza di incontro e dialogo per accorciare le distanze tra i giovani europei e diventare testimoni e attori del cambiamento possibile.

Per la prima edizione del Meridiano d'Europa la scelta è ricaduta su SREBRENICA. 100 studenti provenienti da tutta Italia hanno visitato i luoghi che 20 anni fa sono stati teatro dello sterminio di 8372 musulmani. Una vera pulizia etnica, messa in atto nel 1995 nel grembo della nostra Europa, al termine del conflitto balcanico. Da questo luogo, dal ricordo di questi tragici avvenimenti, è nato ed è stato presentato il manifesto del Meridiano d’Europa, un progetto della rete We Care che vuole far crescere protagonismo sociale e coscienza europea tra i ragazzi e le ragazze delle scuole secondarie.

Nel 2016, per la seconda edizione del Meridiano d'Europa, la scelta è ricaduta su Budapest. 150 studenti provenienti da tutta Italia sono stati protagonisti di questo viaggio in Ungheria, scelta in virtù del fatto che è stata tra i primi paesi dell'Unione ad erigere muri per respingere uomini, donne e bambini in fuga dalla guerra, dalla persecuzione, dalla povertà. Un luogo simbolo del fallimento della politica comunitaria in materia di immigrazione. I muri, in un periodo in cui altre barriere si stanno costruendo per respingere chi cerca una vita migliore nel nostro continente, hanno rappresentato il simbolo chiave di questa edizione del Meridiano d’ Europa: è anche dall’abbattimento di un muro (Berlino, 1989) che l’ Europa ha iniziato a prendere forma ed a rappresentare una speranza di cambiamento e nuovi muri possono far deragliare questo progetto portandolo lontano dai principi enunciati nel Manifesto di Ventotene.

Nel 2017 le strade del Meridiano d'Europa hanno portato una comitiva sempre più numerosa, 250 studenti, non più ad est, ma ad ovest, a Calais e Bruxelles, un viaggio tra la giungla e il cuore dell’Europa, per toccare con mano le ferite più̀ grandi di questo presente storico e dialogare con le istituzioni per contribuire alla creazione dell’Europa di domani.

Per il 2018 la rete del WE CARE ha scelto di tornare dal 6 all'11 maggio ad est, a Belgrado , un viaggio che porterà 300 studenti italiani in Serbia (paese in cui gli sguardi verso l’Europa sono profondamente contrastanti) per incontrare giovani, movimenti, organizzazioni e istituzioni di diversi paesi balcanici che su questi temi prendono posizione, dando particolare attenzione a chi si pone in un orizzonte europeista. Mettere a confronto giovani europei che spesso sono sfiduciati nei confronti dell’Europa, con giovani non europei che vedono in essa il proprio futuro e una nuova possibilità di crescita e giustizia sociale è un modo per ridefinire il valore della cittadinanza europea e comprendere l’importanza dell’impegno dei giovani per il miglioramento del nostro continente, consapevoli che un’Europa forte e sana potrebbe di certo migliorare gli stati che ne fanno parte.

Tornare ad est significa scandagliare i dintorni dell’Europa e i suoi più remoti confini. Significa rileggere la storia a partire dal presente, dove le cicatrici pulsano ancora forti. Siamo preoccupati per il destino della Serbia, alle prese con diverse spinte nazionaliste ed antieuropeiste, perché il '900 ci ha insegnato dove portano i nazionalismi, soprattutto in un contesto esponenzialmente globalizzato: tutte le Auschwitz e le Srebrenica ne sono il monito indelebile.

Lo sforzo del Meridiano d’Europa è quello di dare voce e appoggio alla parte di Serbia, di Croazia e di Bosnia Erzegovina che si riconosce nei valori che ci legano: democrazia, diritto, convivenza e integrazione con il resto d'Europa.

Un compito inedito. Ma necessario.

 

Alcuni video delle iniziative: SREBRENICA 2015 , UNGHERIA 2016 , CALAIS – BRUXELLES 2017