Minacce e diffamazione aggravata: sono stati tutti condannati in primo grado, gli otto imputati finiti a processo davanti al Tribunale di Ragusa, ai danni del condirettore dell’Agi e Presidente di Articolo 21, Paolo Borrometi, sotto scorta dal 2014. I fatti risalgono al 2016: gli imputati lo avevano insultato e minacciato più volte per i suoi articoli su 'La spia', che riportavano inchieste e operazioni di polizia contro la mafia vittoriese
Fonte: Articolo 21
Minacce e diffamazione aggravata: sono stati tutti condannati in primo grado, gli otto imputati finiti a processo davanti al Tribunale di Ragusa, ai danni del condirettore dell’Agi e Presidente di Articolo 21, Paolo Borrometi, assistito dall’avvocato Luca Licitra. I fatti sono avvenuti tra giugno e novembre del 2016.
Il gruppo aveva più volte, ed in più episodi, insultato e minacciato Borrometi a seguito dei suoi articoli sul sito giornalistico ‘La spia’ che riportavano inchieste, oltre ad operazioni di polizia contro la mafia vittoriese. Tra i condannati, infatti, la figlia del boss di Vittoria, GBattista Ventura, ed altri familiari. GBattista Ventura, lo si ricorda, è già condannato con sentenza passata in giudicato per minacce, violenza privata aggravata da metodo mafioso nei confronti di Borrometi.
Le condanne:
1000 euro di multa per Maria Concetta Ventura
1 anno e 6 mesi di reclusione per Giuseppe Cammalleri e 1000 euro di multa per Virginia Giliberto
1 anno e 3 mesi per Giovanni Ivan Refano
1 anno e 3 mesi per Salvatore Refano
8 mesi di reclusione, pena sospesa per Andrea Bondì
700 euro di multa per Cristina Cilenti
200 euro di multa per Emanuela Di Quattro
A tutti, tranne che a Maria Concetta Ventura era contestato anche il reato di minacce. Dovranno inoltre pagare le spese processuali di parte civile per 10.602 euro.
L’associazione Articolo 21, nel congratularsi con il Presidente Paolo Borrometi, ribadisce la necessità di non lasciare mai soli i cronisti che illuminano le periferie (non solo geografiche).
MFRR su Borrometi
Il consorzio europeo Media Freedom Rapid Response di cui OBCT è membro, ha seguito negli anni il caso di Paolo Borrometi, più volte sottoposto a pressioni e minacce. Qui l'alert inserito nel Mapping Media Freedom riferito al caso degli otto condannati dal Tribunale di Ragusa.