Un ricordo che emerge con l'avvicinarsi del Natale. Un ricordo sull'accoglienza, che ci porta a Bari nei primi anni '90. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Avvicinandosi al giorno di Natale mi è tornato in mente un vecchio e buon signore di Bari, chiamato Natale. Giunti a Bari nel lontano '92, le prime conoscenze con la gente del posto - oltre ai parenti baresi di mio padre - per noi sono state legate ai vicini di casa baresi, tra cui spiccava il vecchio signor Natale.
Era un pensionato, un ex-ferroviere in pensione. Un uomo molto affettuoso. Lui e la famiglia era gente semplice, alla mano, dal cuore grande. Natale era un amante della buona cucina e in casa loro, dato che ci invitavano ogni domenica, abbiamo cominciato a fare conoscenza delle ottime specialità culinarie baresi, anche perché sua moglie, la signora Rosa, era un'ottima cuoca.
In casa loro abbiamo scoperto varie pietanze baresi tipiche quali le cime di rape stufate, i panzerotti fritti con ripieno di mozzarella, pomodoro e formaggio, la focaccia barese, l'anguilla arrostita con alloro, il baccalà in umido o fritto, l'agnello al forno con i lambascioni (cipolline amarognol), l'agnello con spezie e verdure.
Ma, non solo: il vecchio signor Natale era anche un amante del buon vino. Tutte le volte che rientrava a casa, lo vedevo fermarsi al negozietto degli alimentari di quartiere, Bari centro, e si comprava una bottiglia di vino. Non adoperava borse per la spesa o sacchetti: la sua sagoma, anche da lontano si riconosceva immediatamente: un uomo di bassa statura, robusto, zoppo, con una bottiglia di vino sotto braccio.
Però, da quando eravamo diventati non solo dei vicini di casa, ma vere persone di famiglia, il vecchio signor Natale aveva raddoppiato l'acquisto del vino e lo vedevi arrivare a casa con due bottiglie di vino sotto braccio: ne aveva aggiunto regolarmente anche una per noi. Prima di arrivare nel suo appartamento, bussava alla nostra porta, stesso pianerottolo, dicendo: "Questo vino è per voi!"
Con la bella stagione, il signor Natale, da buon vecchio ex-ferroviere, ci invitava a fare dei viaggi di gruppo con tutti i suoi figli e nipoti - famiglia numerosa quella loro, una famiglia molto unita come quelle della stessa epoca in Albania - e in questo modo abbiamo girato in treno vari paesini nei pressi di Bari. Viaggi che diventavano più frequenti nelle feste patronali, a cui i baresi tengono molto, da grandi credenti e cultori delle tradizioni popolari.
Il Natale di per sé ci riconduce alla preservazione di uno spirito natalizio continuativo, che ci accompagni possibilmente tutto l'anno e non solo in determinati giorni festivi.
E dato che Natale è ogni volta in cui ci si dimostra altruisti ed empatici con gli altri, ho identificato più che mai il Natale come ricorrenza, nella bontà d'animo e nell'umanità innata del vecchio e caro vicino di casa barese.
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