Secondo Reporters Without Borders Arman Soldin è l’undicesimo giornalista che muore in Ucraina dall’inizio della guerra, il quattordicesimo secondo fonti del sindacato ucraino. Di nazionalità francese ma bosniaco di origini, Arman Soldin era nato a Sarajevo nel 1991, lavorava per Agence France-Presse ed è stato ucciso a Chasiv Yar, vicino a Bakhmut lo scorso 9 maggio
Fonte: Articolo 21
E’ l’undicesimo giornalista che muore sul lavoro in Ucraina dall’inizio della guerra secondo RSF , il quattordicesimo secondo fonti del sindacato ucraino. Si chiamava Arman Soldin, francese, 32 anni, dell’Agence France-Presse, ucciso a Chasiv Yar, vicino a Bakhmut, martedì 9 maggio. Lo ha annunciato la stessa agenzia, che è tra le più importanti al mondo, per la quale il reporter lavorava come coordinatore video.
Il giornalista è rimasto vittima di un bombardamento avvenuto verso le 15.30 ora italiana, nella località da giorni bersaglio delle forze russe. L’attacco, come hanno raccontato i colleghi che erano con lui, è stato sferrato con razzi Grad: i giornalisti della Afp, che erano insieme ai militari ucraini per documentare i bombardamenti di questi giorni, si sono trovati in mezzo al fuoco. Soldin era coordinatore video da settembre 2022 e si recava molto spesso al fronte. Aveva twittato di recente pubblicando un video che documentava una pioggia di razzi e aveva scritto di avere assistito ad esplosioni a meno di 50 metri da lui. Di nazionalità francese ma bosniaco di origini, Arman Soldin era nato a Sarajevo.
Ancora una volta, un giornalista muore cercando di fare al meglio il proprio lavoro. Un lavoro troppo spesso ancora insicuro. Malgrado il rischio per i giornalisti che lavorano praticamente al fronte non possa mai essere azzerato, è importante che ai cronisti venga garantita la massima sicurezza possibile. Il tema della sicurezza dei giornalisti torna dunque in primo piano: si tratta di un tema sollevato insistentemente dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj) che ha recentemente organizzato un workshop a Bruxelles, tappa finale del progetto "Safety4journalists " che è stato varato proprio dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Il presidente del sindacato Ucraino dei giornalisti, Sergiy Tomilenko scrive che quello di Soldin è la seconda uccisione di un operatore dell’informazione in Ucraina nelle ultime due settimane perché di recente a Kherson è morto anche il produttore ucraino Bogdan Bitika .
Secondo il sindacato ucraino i giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro sarebbero già 14, mentre in generale, se si contano anche quelli morti a causa del conflitto, si arriva a 59. Solidarietà è stata espressa alla France Presse e alla famiglia di Arman Soldin dai colleghi di numerose testate di tutti i paesi e da Efj e Ifj.
*Membro dello Steering Committee dell'EFJ - European Federation of Journalists