Il rapper georgiano Shavi Prinsi

La vita di strada raccontata dal rap. Un reportage su un genere musicale che trova in Georgia sempre maggiori fan. Una nostra traduzione

28/12/2006 -  Anonymous User

Di Paul Rimple*, TOL 11 dicembre 2006

Sin dal suo debutto, agli inizi degli anni '90, il rap, da musica underground è divenuta un genere di tendenza in Georgia, un paese più conosciuto per intricate melodie di cori polifonici che non per il ritmo pusante del beat hip-hop.

Benché i cinici possano mettere in dubbio l'esistenza di un peculiare hip hop georgiano i motivi che stanno trainando il fenomeno è semplice: non servono molti soldi per mettere le parole in rima.

"Vengo dalle strade di Kutaisi ed ho iniziato le mie perfonrmace su quelle stesse strade nel 1990", afferma il trentacinquenne Shavi Prinsi (Il principe nero), il più anziano hip-hopper del paese e senza dubbio tra le star più amate. Kutaisi è una città industriale di circa 186.000 abitanti nell'ovest della Georgia che è ritenuta una dei centri rap del paese. "Tutto quello che avevo era un microfono e un amplificatore".

E' stato dopo aver ascoltato "Can't trust it" dei Public Enemy che Shavi Prinsi si è dato al ritmo hip-hop ed ha imparato a danzarlo guardando video musicali. "Certo, non capisco bene l'inglese, ma sento la musica e sento cosa vogliono comunicare. Capisco il messaggio generale", afferma Prinsi in passato studente di pianoforte e percussioni le cui canzoni, ora, lodano la marijuana e riguardano "le cose di tutti i giorni". "Alla gente piace il rap perché il ritmo ti prende. E possono ballare".

Ma i rapper georgiani continuano a sottolineare come la loro musica non imiti suoni nati nel Bronx newyorkese. "Abbiamo vissuto durante il comunismo ed abbiamo avuto esperienza, nelle nostre strade, della guerra", commenta il rapper trentenne di Tbilisi Bedina. "Siamo contro la guerra, e contro la droga. Se ti serve pane, ci sono modi migliori per procurarselo che non vendendo droga".

I testi delle canzoni di Bedina riflettono la sua esperienza di "ragazzo di strada" nei turbolenti anni '90 georgiani, i suoi cinque anni di detenzione per possesso illegale di armi e la sua vita da allora. "Prinsi viene dall'ovest pieno di sole, verde e con l'aria pulita", afferma Bedina "io vengo dall'asfalto e dagli isolati di cemento".

Diveramente da quanto accade altrove, dove vi è forte rivalità tra i vari rapper, quelli georgiani affermano che la solidarietà caratterizza la loro comunità. L'accento, il tempo, ed il testo delle canzoni fanno la differenza tra il rap di Kutaisi e quello di Tbilisi, le due capitali georgiane del rap, spiega Shavi Prinsi. Spesso rapper delle due città fanno spettacoli assieme.

Secondo Bedina questo è dovuto alla mentalità georgiana. "Ci piace essere amichevoli" afferma. Rispetto al panorama rap americano, continua, "c'è più giustizia nel nostro approccio".

Nessuna rivalità neppure su mega-introiti. Perché, diversamente dall'occidente dove l'essere star si trasforma immediatamente in rilevanti guadagni, i rapper e i musicisti georgiani in generale non ricavano granch'è dalla loro attività. Non vengono pagati loro i diritti tutte le volte che viene trasmessa alla radio una loro canzone. La maggiore fonte di reddito sono i concerti. Riconoscimenti vengono invece da una piccola tv locale che trasmette video-clip e che chiede ai telespettatori di votare via SMS il loro video preferito.

Alcuni di questi video-clip vengono fatti con budget molto bassi, attorno ai 100 lari (circa 55 dollari). Nonostante gli evidenti limiti finanziari, dimostrano un livello alto di direzione e produzione.

Il rapper di Tbilisi Bedina dice che c'è stata una forte evoluzione nel packaging. "Sapete, nel 2002 lo show business georgiano si è veramente sviluppato, ma i rapper non venivano invitati a molti concerti", ricorda. "Poi ci siamo resi conto che dovevamo fare video un po' più melodici con una grande quantità di ragazze che ballavano, per raggiungere la fruizione di massa".

E l'approccio all'occidentale ha pagato. La popolarità del rap è improvvisamente cresciuta. Nel 2003 il distributore armeno di DVD e compact disc David Arutunov ha organizzato il primo festival rap a Tbilisi. L'hip hop è divenuto sempre più popolare tra i giovani, e si sono creati dei primi gruppi di break dance. Sui muri delle città georgiane sono apparsi sempre più graffiti inneggianti al rap USA TuPac Shakur.

La popolariotà dei rapper locali comunque stentava a crescere e la macanza di sponsor ha impedito a Arutunov di ripetere l'esperienza.

Il radio disc jockey di Tbilisi Ramaz Khatiashvili spiega così la difficoltà ad affermarsi del rap georgiano. "E' meno popolare ora che qualche anno fa" spiega "i georgiani ascoltano poca musica georgiana. Preferiscono ora musica inglese o americana".

Bedina ammette che vi sia una mancanza di interessi commerciali. "Ultimamente non sono stato in TV, forse perché la televisione non dà la dovuta attenzione all'espressione artistica, o perché la gente è semplicemente stufa di sentirsi parlare dei propri problemi".

Ciononostante rimane un nocciolo duro di fan, sopratutto tra gli adolescenti. Il 27 novembre scorso, nonostante le temperature sottozero, la Casa della Cultura di Gori - che trasuda era-sovietica - un piccolo centro regionale non lontano dalla regione secessionista dell'Ossezia del Sud, era zeppa all'inverosimile per ascoltare cantanti pop, danzatori e molti rapper.

Sino a quanto gli artisti rap si identificheranno con le aspirazioni e bisogni dei loro fan - affermano i rapper - il rap georgiano ha un futuro. "I nostri sostenitori ci ascoltano perché cantiamo di problemi comuni. Cantiamo della strada", commenta Bedina.

* Paul Rimple è un giornalista freelance che vive e lavora a Tbilisi

Un video di Shavi Prinsi

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