Gas dall'Azerbaijan: scelto il TAP, sconfitto il "Nabucco West"

2 luglio 2013

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Sarà il gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) a portare in Europa le riserve dell'enorme giacimento “Shah Deniz” scoperto nel 1999 al largo delle coste dell'Azerbaijan sui fondali del mar Caspio.

Il TAP, che dalla Turchia (dove il gas azero arriverà attraverso il progetto TANAP, attualmente in fase di realizzazione) attraverserà Grecia, Albania e fondali del mare Adriatico prima di approdare sulle coste della Puglia, sarà completato entro il 2019 e inizialmente dovrebbe garantire circa 10 miliardi di metri cubi di gas l'anno (che a regime potrebbero toccare i 20 miliardi).

La scelta del Trans Adriatic Pipeline, annunciata il 28 giugno dal consorzio internazionale “Shah Deniz”, formato dalla compagnia nazionale azera SOCAR, ma anche dalla British Petroleum e dalla norvegese Statoil, è stata accolta con estrema soddisfazione dai governi di Grecia, Albania e Italia (il premier ellenico Antonis Samaras ha parlato di ”più importante evoluzione positiva per la Grecia negli ultimi dieci anni”) che diventano così nodi centrali nello scacchiere energetico continentale.

Nelle aspettative, il TAP dovrebbe infatti garantire la possibilità di diversificazione negli approvvigionamenti energetici europei, aprendo il cosiddetto "corridoio meridionale" e portando sul mercato dell'UE gas alternativo a quello russo, che oggi rappresenta la prima fonte di energia per molti stati dell'Unione.

Ad uscire sconfitto è invece il progetto concorrente “Nabucco West”, a lungo sostenuto dalla stessa UE, che intendeva raggiungere l'Austria attraverso Bulgaria, Romania ed Ungheria, un percorso che interseca in buona parte l'altro grande progetto energetico che oggi interessa i Balcani, il gasdotto “South stream” promosso dal gigante russo Gazprom.

A far pendere la bilancia in favore del TAP sarebbero state considerazioni diverse: da una parte il prezzo più alto del gas nei paesi attraversati (soprattutto Grecia ed Italia) rispetto a quelli interessati dal “Nabucco”, ma anche una lunghezza inferiore e maggiore facilità nel raggiungere accordi ed implementare i lavori, visto il numero minore di paesi coinvolti nel progetto.


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