Nel discorso pronunciato la scorsa settimana al Parlamento Europeo, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dato spazio all’idea di un'Europa a una sola velocità, prospettando un ministro delle Finanze unico (non solo dell’area Euro, dunque). Tra le proposte anche l’estensione dell’Eurozona e dell’area Schengen verso est e la possibilità di andare oltre gli attuali 27 membri con l’integrazione dei Balcani Occidentali.
L’esito del referendum consultivo tenutosi nel Regno Unito avrà ripercussioni significative anche sul processo di integrazione europea dei paesi del Sud-Est Europa. Venerdì, commentando a caldo la notizia, i leader della regione hanno ribadito in coro, con poche eccezioni, la propria determinazione a continuare nel percorso europeo dei rispettivi paesi, pur riconoscendo l’impatto della svolta.
La collaboratrice di OBC, Francesca Rolandi, è intervenuta sul quadro emerso in una recente ricerca della Friedrich Ebert Stiftung sui giovani nel sudest Europa, nella trasmissione "Al di là della notizia" assieme a Matteo Pizzigallo, docente di storia delle relazioni internazionali presso l'Università Federico II di Napoli (8 gennaio 2016)
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11 anni fa, a Salonicco, l'Ue dichiarava che il futuro dei Balcani era nell'integrazione. E si faceva informalmente una data: quella del 2014. Da allora solo Slovenia e Croazia sono divenuti membri a pieno titolo dell'Unione
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Il 4 aprile scorso l’Associazione mondiale della stampa e degli editori (WAN-IFRA - World Association of Newspapers and News Publishers) ha lanciato la campagna “30 giorni per la Libertà”, allo scopo di mettere in evidenza l’emergenza dei giornalisti incarcerati in tutto il mondo