Addio al roaming in Ue. A quando nei Balcani Occidentali?
22 giugno 2017
Nei giorni in cui la fine del roaming telefonico tra paesi membri dell’Ue viene celebrata, meritatamente, come un successo della politica europea, un appello ad estendere la misura anche ai paesi dei Balcani occidentali arriva dalle colonne del Balkans in Europe Policy Blog, a firma di Marko Kmezić.
“L’abolizione dei costi di roaming è una storia di successo - argomenta Kmezić - quanto mai necessaria a stimolare fiducia e apprezzamento verso il progetto europeo in un periodo in cui questo arranca per le fatiche dovute alle numerose crisi, non ultimi i negoziati per la Brexit”. Un passo importante verso il mercato unico digitale, un aggiornamento che attualizza la libertà di movimento consentendo, a chi sceglie di muoversi in Europa, di non dover spegnere il telefono per evitare bollette da capogiro.
Un successo, ottenuto dopo un percorso a ostacoli durato ben 13 anni, che meriterebbe di essere esteso anche ai sei paesi candidati dei Balcani occidentali. L’abolizione del roaming per i futuri paesi membri rappresenterebbe in primo luogo un risultato concreto da offrire alle opinioni pubbliche dei 6 paesi, altrimenti a rischio di crescente scetticismo nei confronti della prospettiva di ingresso nell’Ue, osserva Kmezić.
Sarebbe inoltre un passo pienamente coerente con l’enfasi accordata al tema della connettività nelle discussioni sul futuro della regione. La mancanza di connessioni infrastrutturali, ma anche digitali, viene spesso indicata come una delle cause principali per il ritardo nello sviluppo economico dell’area. Migliori connessioni permetterebbero più scambi interni alla regione e fra questa e il resto d’Europa. Il tema della connettività sarà al centro anche dell’ormai prossimo vertice dei Balcani occidentali che si terrà a Trieste il 12 luglio.
A differenza delle connessioni viarie, con il loro portato in termini di impatto ambientale, economico e molto spesso corruttivo, l’abolizione dei costi di roaming per i cittadini dei Balcani occidentali darebbe un segnale incoraggiante. Serve l’impegno da parte delle istituzioni europee e locali per superare la resistenza da parte degli operatori locali. Una resistenza che all’interno dell’Ue si è protratta per 13 anni. Tanto vale cominciare al più presto.
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